Si è tenuta questa mattina in Camera di commercio, la presentazione del nuovo soggetto di rappresentanza del mondo dell’agroalimentare bellunese.
“Agrinsieme Belluno Dolomiti rappresenta il coordinamento delle tre confederazioni, Cia Confederazione italiana agricoltori Belluno, Concooperative Belluno e Confagricoltura Belluno. Con funzioni di promozione, logistica, marketing e distribuzione dei prodotti bellunesi” ha spiegato Marco Rossato, portavoce dell’iniziativa e presidente di Confcooperative di Belluno.
Alla conferenza erano presenti il presidente della Cia Confederazione italiana agricoltori Belluno Marta Zampieri e il direttore Mauro Alpagotti, il vicepresidente di Confagricoltura Belluno Mauro Vaccari e il direttore Edoardo Comiotto.
Questo coordinamento tra confederazioni di cooperative è nato in ambito nazionale per aver maggior peso dinanzi al ministero dell’Agricoltura. Ad Agrinsieme, infatti, aderiscono da un lato la Confederazione italiana agricoltori e Confagricoltura, che rappresentano 1.500 associati, oltre 900 mila aziende agricole con oltre 700 mila dipendenti, oltre 6 miliardi di euro di costo del lavoro sostenuto, oltre il 50% dell’intero valore nazionale della produzione agricola con oltre 8mila sedi in Italia. E dall’altro vi sono L’Alleanza delle cooperative italiane agroalimentari, Agci Agrital l’Associazione generale cooperative italiane, la Confcooperative, e la Legacoop agroalimentare che rappresentano 5.100 cooperative agroalimentari con 720mila soci produttori, 94mila occupati e 34,2 miliardi di fatturato pari al 24% del fatturato agroalimentare italiano. Complessivamente il 30% del valore agroalimentare italiano.
“La nuova legislatura – ha sottolineato Rossato – dovrà segnare una svolta anche per l’agricoltura di montagna, penalizzata dallo scarso peso economico in termini di Pil. Ma la cui presenza contrasta lo spopolamento delle terre alte della Provincia, e garantisce la cura e la tutela del suolo. Chiediamo insomma un approccio diverso da parte della politica.
Il settore, per i valori economici, produttivi e sociali che rappresenta infatti, non trova più corrispondenza nell’attuale ministero delle Politiche agricole. Per questo motivo è decisivo creare un ministeri per lo Sviluppo dell’agricoltura e dell’agroalimentare in grado di promuovere strategie agroindustriali. Agrinsieme ha identificato alcune importanti priorità. Innanzitutto un forte e più efficace impegno europeo in vista della riforma Pac (Politica agricola comune) 2014-2020; politiche di rafforzamento dell’impresa e della cooperazione; rilancio di ricerca e innovazione; ricambio generazionale; incentivi al mercato del lavoro; rafforzamento degli strumenti per il credito; semplificazione burocratica; riduzione costi produttivi, contributivi e fiscali; valorizzazione del Made in Italy e tutela contraffazione; gestione sostenibile del territorio e delle risorse idriche; sviluppo agroenergie rinnovabili con una forte valorizzazione del ruolo strategico della montagna, per il mantenimento di queste aree tanto difficili quanto belle, come la nostra provincia”.