Sabato 10 novembre alle 20.30 il Centro Papa Luciani di Santa Giustina ospita nell’ambito della rassegna “Illustrissimi” curata da Michelangelo De Donà, l’incontro con il chirurgo Giovanni Ambrosino che presenterà il suo libro “Ospiti della vita?” edito da Cantagalli.
Un chirurgo di fama internazionale che descrive con frasi brevi, commosse, mai retoriche, la sua intensa esperienza personale sempre in bilico, senza mai oltrepassarla, sulla linea sottile che separa il coinvolgimento personale dalla lucidità professionale. Lo stile di Ambrosino è travolgente, sembra davvero di essere lì con lui in sala operatoria e di vivere in prima persona i tormenti di un medico costretto a prendere decisioni che determineranno la vita o la morte di un altro essere umano. In ogni momento del suo lavoro si aprono davanti a lui i temi controversi della bioetica contemporanea, sui quali l’autore solleva dubbi ed esprime opinioni in linea con i suoi convincimenti. Tra le sue pagine si riflette su ricerca scientifica, clonazione, aborto, dichiarazioni di trattamento anticipate, desiderio di genitorialità, embrione e persona umana, necessità di una legislazione adeguata: su tutto campeggia la domanda sulla vita che Ambrosino interpreta come un grande dono, un mistero da capire, proteggere e rispettare. Scrive nella prefazione il card. Elio Sgreccia: “concludendo i corsi ai miei allievi di bioetica dico sempre che per ora devono vedere due figure professionali il bioeticista e il medico (o scienziato o chirurgo) ma l’ideale è che il medico entri in ospedale e il ricercatore in laboratorio avendo assimilato in sé la competenza etica e avendola integrata nel proprio stile e nel proprio comportamento. Questo volume io credo offra un esempio di questa possibilità: un esempio riuscito”. La rassegna culturale “Illustrissimi” è sostenuta per il 2012 da Provincia di Belluno-Regione Veneto-RetEventi, Consorzio Bim Piave e Cassa di Risparmio del Veneto, oltre a sponsor privati.
CHI E’
Giovanni Ambrosino è un chirurgo di fama internazionale e docente all’Università di Padova. È stato direttore dell’Unità Operativa ad alta specializzazione di Chirurgia generale e Chirurgia epato-bilio-pancreatica dell’Ospedale di Vicenza. Primo al mondo ad utilizzare cellule epatiche trapiantate in un bambino affetto da una grave malattia genetica, e primo in Italia ad utilizzare un fegato bioartificiale in una giovane donna in coma. Le sue ricerche gli hanno consentito di ricevere un prestigioso premio dell’Harvard Medical School. È stato vicepresidente nazionale della Federazione Internazionale dei Diritti Umani e membro della Academy of Science.