Venerdì 19 ottobre alle ore 18, alla libreria Tarantola di Belluno in via Roma, Emanuela Zuccolotto presenta il libro autobiografico di Luana Gorza “Storia del Tempo Inutile” con la partecipazione della violinista Lavinia Lasen.
L’autrice Luana Gorza è affetta da sla (sindrome laterale amiotrofica) dal 2004, una grave malattia degenerativa del sistema nervoso che progressivamente la porta ad una perdita irreversibile del controllo della muscolatura scheletrica, senza alterazione delle funzioni cognitive e sensoriali. Luana ha iniziato questo romanzo nel 2010 scrivendo la prima parte con la mano sinistra e portando a termine il testo con un apparecchio vocale.
A raccontare la difficile e ripetitiva quotidianità è Marianna, la protagonista del suo libro. Una 50enne forte e sensibile, che all’insorgere della patologia decide di ritirarsi in una piccola casa legno, poco distante dai suoi famigliari. In questa casetta, chiamata affettivamente Lena, situata tra il verde della valle e l’azzurro del cielo, Marianna vive i suoi giorni con Buch, il suo cane fedele e Svetlana, la sua badante, vedendo affievolirsi di giorno in giorno le sue capacità motorie.
Marianna ricorda con spirito di volta in volta forte e malinconico, oggettivo e poetico, i momenti del suo passato, gli anni vissuti in Francia, la passione per la fotografia, i viaggi intrapresi e vola con la mente. A volte in assoluta solitudine, altre attorniata da persone che le vogliono bene e che lei con abilità caratterizza quale analista attenta delle dinamiche umane. Il libro mette in luce i rapporti diversi con le tre sorelle, alle quali Marianna è molto legata, il grande amore tra realtà e immaginazione per Lorenzo, la delicatezza del rapporto madre con i propri figli, le incompatibilità con suo marito Luca. E la grande affettività per il suo cane. Costante è l’attenzione al paesaggio circostante, le montagne tanto amate sullo sfondo, gli alberi del podere, i colori del cielo, la veste della vallata in cui Marianna vive nello scorrere delle stagioni che tanto l’affascina. Marianna sa rallegrarsi di piccole cose, il suo è un universo fatto di sensazioni ed emozioni minime da catturare con gratitudine pur nell’evoluzione devastante della malattia.