Venerdì 12 ottobre, alle 18, in Sala “Bianchi”, presentazione di due volumi, a cura della Fondazione G. Angelini – Centro Studi sulla Montagna
Venerdì 12 ottobre, alle ore 18.00, in Sala “Bianchi”, la Fondazione G. Angelini – Centro Studi sulla Montagna, proporrà al pubblico di Oltre le vette la presentazione, a cura degli autori, di due volumi: Dolomiti patrimonio UNESCO. Per la conoscenza del gruppo Pelmo-Croda da Lago (sistema 1), M. Del Longo, G. B. Pellegrini, Fondazione G. Angelini 2011, edito con l’importante contributo della Fondazione Cariverona, e Dinosauri nelle Dolomiti. Recenti scoperte sulle impronte di dinosauro nelle Dolomiti, P. Mietto, M. Belvedere, M. Barbuni, F. Manucci, Fondazione G. Angelini 2012, in collaborazione col Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova, edito con il prezioso contributo della Cooperativa di Cortina.
Si tratta di due interessanti opere che riescono ad approfondire e valorizzare il patrimonio della provincia bellunese, interamente montana, e che sono frutto dell’intensa attività che da anni la Fondazione Angelini porta avanti proprio con questa finalità.
In particolare, non si può non ricordare che il prof. Giovanni Battista Pellegrini, insegnante di Geomorfologia all’Università di Padova e uno degli autori del primo volume che verrà presentato, è storicamente uno dei pilastri della Fondazione e da vent’anni conduce corsi di Geografia sul territorio, conosciuti come “corsi interdisciplinari sull’ambente alpino”.
Si tratta di corsi itineranti, della durata di due giorni e mezzo, su un gruppo montuoso o un bacino di particolare interesse scientifico, che vogliono contribuire, appunto, alla conoscenza e valorizzazione della provincia e alla formazione di laureati in Geologia con tesi sul nostro territorio.
“I corsi sono sempre stati destinati – spiega la professoressa Ester Cason Angelini, Consigliere Delegato della Fondazione – a docenti, laureandi, guide CAI e guide ambientali, naturalistiche, museali e a tecnici degli Enti locali. Dopo il riconoscimento Dolomiti Patrimonio dell’Umanità, del 2009, i corsi sono stati dedicati ai gruppi montuosi dell’UNESCO. Il primo corso, in questo senso, si tenne nel settembre de 2010 e portò proprio alla redazione di quel volume che verrà presentato venerdì. Il relatore dr. Matteo Belvedere amplierà, nella seconda fase della serata, uno dei temi esplorati all’interno del Corso, ovvero la presenza di la parete del Pelmetto con orme di dinosauri, cui si aggiunge una panoramica sui siti con orme di dinosauro”.
Devis Bonanni, un incontro frugale attorno al fuoco con il moderno Thoreau, in compagnia degli amici di Chies e le sue Montagne. Venerdì 12 ottobre, ore 17.30, Area Boulder Parete dei Falchi, Soccher di Ponte nelle Alpi
Devis Bonanni è una pecora nera, è quello che ha avuto il coraggio di uscire dal gregge per dire basta, e cercare e trovare una nuova via per sopravvivere alla modernità. Il suo chiodo fisso, che combatteva dentro di lui durante una vita che definiremo “normale”, era questo pensiero: «Il più piccolo degli orti è esso stesso compendio dell’intero Pianeta, una metafora tessuta da fibre vegetali, terra e acqua che ci insegna un modo responsabile di vivere il palcoscenico più grande, quello fatto di fiumi, montagne, mari, pianure. L’orto dona una visione privilegiata a chi lo coltiva. Serenità e una spolverata di saggezza. Così percorriamo le geometrie di ortaggi e ne usciamo pronti per affrontare le noie quotidiane».
Portarlo a Soccher, sotto la parete dei Falchi, è stata un’idea nemmeno troppo pensata, semplicemente si è convenuto sul fatto che certe emozioni vanno vissute là dove possono coltivarsi meglio. Là, dove possono trovare humus fertile per crescere, ravvivarsi, ma anche nascere. Devis ci presenterà la sua scelta, intervistato da Edoardo Frassetto (altro rappresentate dei gesti “inutili”, come il Piave a piedi, a ritroso da Cortellazzo al Peralba), nella maniera più serena e quasi democratica possibile: chi prende certe strade, non ha necessità di imporle agli altri, ma ne cerca la condivisione o, almeno, la possibilità di dire che sì, a volerci mettere la forza, un’altra maniera di vita è possibile. Devis non ha automobile, e scenderà dalla Carnia in bicicletta, Edoardo salirà a sua volta da Spresiano in bici, per un incontro a impatto zero.
Devis vive così: “da Pecoranera troverete me, Devis, e Monica, la mia ragazza, che tiriamo avanti la carretta. Con noi c’è Daniele, un professore di agraria, che sale una volta a settimana a darci una mano e qualche amico che ci viene a trovare di frequente. Non siamo un’azienda agricola con ettari di terra a coltura intensiva ma una piccola realtà di autoproduzione, molte chiacchiere ma anche tanto impegno. Non sempre risultati perfetti, ma tanta voglia di mettere in tavola il cibo da noi coltivato.” Il biglietto da visita è tutto qui.
Con cosa arrivare a Soccher? “Con una coperta o una giacca su cui sedersi, una pila (frontale meglio ma non necessario) e tanta voglia di stare assieme” ci dice Simone Favero “e avremo la possibilità di mettere nello zaino molto, io credo moltissimo. Emozioni autentiche senza peso reale, ma dal peso specifico immateriale e incredibile. Ringrazio gli amici di “Chies e le sue montagne”, e, in special modo, Gianluca Dal Borgo, che sono nostri partner per questo evento, ma meglio sarebbe nostri amici e compagni di viaggio in questo Oltre le Vette 2012”
Come arrivare? E’ semplice: a Soccher-Paiane di Ponte Nelle Alpi, precisamente a cinque minuti di auto da Cadola e dalla Strada Statale di Alemagna e sempre a cinque minuti dall’uscita autostradale. Da Cadola verranno posizionati dei cartelli e sarà impossibile sbagliare. La località si chiama “pompe”, perché si trova proprio dove esce il canale Cellina che porta l’acqua al Lago di Santa Croce, e, una volta, questa era la stazione di deviazione/pompaggio per l’acqua che “ritornava” al Piave.
Arrivarci è quindi semplicissimo e segnalato, ci saranno poi due minuti a piedi dal parcheggio. Per ogni informazione, comunque, l’invito è a scrivere un post o un messaggio alla nostra pagina Facebook di Oltre le Vette o chiamare il numero del Comune di Belluno 0437 913281.
http://www.progettopecoranera.it/
Oltre le vette 2012 – Avventura alpina: film di sport in montagna Venerdì 12 ottobre, alle 21, al Teatro comunale, quattro film in collaborazione col TrentoFilmFestival
Sono ben quattro gli spettacolari film in programma a Oltre le vette venerdì 12 ottobre, alle 21, al Teatro Comunale, opere che sapranno accontentare i gusti di chi cerca nel cinema di montagna il divertimento e le belle immagini, anche se, dato l’ambiente in cui sono girate, si tratta di immagini talvolta drammatiche. I film che vedremo, a parte il primo, sono proiettati in collaborazione con il TrentoFilmFestival, la più importante e antica rassegna di cinema del settore, fin dalla prima edizione partner di Oltre le vette. Proprio con il Festival di Trento, tra l’altro, la collaborazione, quest’anno e, soprattutto, nelle prossime edizioni, sarà approfondita e rafforzata.
La serata inizierà con il film Verticalmente demodé, di Davide Carrari, un magnifico filmato già vincitore di diversi premi in questo 2012. Protagonista del film è lo scalatore Maurizio Zanolla “Manolo”, già ospite in passato di Oltre le vette, qui impegnato nella salita di una verticale parete di rocce chiare sopra la Val Belluna. Proprio nella verticalità della parete, oggi appunto fuori moda a vantaggio dei grandi strapiombi, sta l’eccezionalità dell’impresa, visto che Manolo sale sfruttando appigli davvero ridicoli, rugosità che un alpinista normale non prenderebbe nemmeno in considerazione. La difficoltà dell’itinerario si aggira intorno al 9a, grado altissimo, alla portata di pochi climbers al mondo. Le immagini sono molto coinvolgenti, primi piani ravvicinati della parete, movimenti rallentati, tecniche di ripresa mutuate dalla pubblicità. Per un filmato davvero emozionante. Il film è proiettato in collaborazione con la Cineteca nazionale del CAI.
Più drammatico e altamente spettacolare il film Cold, di Anson Fogel (USA), sulla prima scalata invernale nel febbraio 2011 del Gasherbrum II, 8.035 metri, da parte di Simone Moro, Denis Urubko e Cory Richards. Il freddo è davvero il protagonista assoluto di questo film, il freddo e la sofferenza degli alpinisti impegnati in grande solitudine in una montagna ghiacciata, buia, ostile. Il solo fatto di essere riusciti a girare questo film è un’impresa notevolissima, non a caso l’opera ha ricevuto diversi premi nei festival del settore. Le immagini riprese sulla cima, con il basso sole invernale che illumina gli esausti scalatori, sono davvero fotogrammi indimenticabili. Lungo la discesa gli alpinisti, già molto provati dalla fatica e dalla temperatura sempre sotto i 30 gradi sotto zero con punte di 45, devono affrontare anche un rischio terribile, che per poco non segna la loro fine. Ne usciranno, ma il prezzo pagato, dice Richards, forse è davvero troppo, troppo alto.
Il terzo film della serata è La voie Bonatti, del francese Bruno Peyronnet. Il film, girato con grande eleganza e precisione, racconta la realizzazione dell’idea di due giovani alpinisti che decidono di collegare tre vie del grande Walter Bonatti sul gruppo del Monte Bianco. Saliranno così in successione le Grandes Jorasses, le Grand capaci e il Pilastro del Brouillard, spostandosi tra una via e l’altra a piedi o in bicicletta. Tra l’altro, nessun elicottero è stato usato per girare questo film. Immagini spettacolari si alternano a interviste d’epoca, per raccontare, insieme, tre montagne, tre vie, un grande protagonista del passato. Giunti finalmente in cima al Monte Bianco e ritornati quasi al buio al Col di Midì, i due ragazzi si concedono una ultima meritata comodità. Per un ritorno veloce, velocissimo, fino a Chamonix…
Questa intensa serata di cinema si chiude con il breve Outside the box- a female tale di Stefanie Brockhaus (Germania). Nel film due campionesse austriache di arrampicata indoor “escono dalla scatola” e per la prima volta affrontano una scalata in ambiente di montagna. La via scelta è sulla Castleton Tower nello Utah, negli Stati Uniti, una di quelle torri rocciose immortalate da tanti film. La loro compagna di salita, e capocordata, sarà Lynn Hill, una vera leggenda della scalata su roccia. Tutto procede bene, anche se le ragazze incontrano non poche difficoltà nel passaggio dagli appigli di plastica sugli strapiombi al coperto alle fessure rocciose prive di appigli. Sulla cima però arriva un vero temporale, a sottolineare ancora di più la differenza tra l’arrampicare al chiuso e salire in ambiente naturale.