Proviamo un intimo disagio nel demolire (virtualmente) la nuova “struttura polifunzionale” che si sta costruendo a Mussoi. In fondo il “piccolo mostro” di acciaio e calcestruzzo lo conosciamo fin dalla suo concepimento, l’abbiamo immaginato mentre gli preparavano la “culla” a molti metri di profondità, l’abbiamo visto crescere alimentato da corposi biberon a forma di autobotte e riempiti con pappette di cemento e ghiaia. Ora che sta prendendo la sua forma definitiva è sempre più chiaro l’errore irreparabile a cui stiamo andando incontro. Crediamo sia evidente anche ad un cieco, voltato di spalle e a testa in giù, l’enorme mole di traffico che lo attraverserà. Lui, il “mostro”, con il suo centro commerciale, naturale portatore sano di automobili, tante, il più possibile, che affluiranno passando per l’abitato, con le inevitabili ricadute del caso. Dubitiamo che servano grandi studi sulla mobilità per comprendere come si sia riusciti a congestionare del tutto la zona con traffico, rumori, polveri, inquinamento. E diventa dunque inevitabile ripensare al “comitato per la piazza di Mussoi”, a come la giusta e positiva causa per uno spazio sociale aperto e necessario sia stato strumentalizzato e stravolto con evidenti fini speculativi. Oggi più che mai sembra opportuno riflettere sulle simpatiche facce note che per esclusivi interessi personali hanno voluto metterci sopra il “cappello”, circuendo onesti cittadini che chiedevano ben altro per la loro comunità. Dall’altra parte fatichiamo a definire diversamente da ingenui i soggetti che si sono fidati di questi venditori di fumo, millantatori di conoscenze, finti competenti, imbonitori da palazzo, in altre parole parapolitici da gettone. Basterà attendere pochi mesi per comprendere di cosa si parla, quando da via Agordo alla “Cerva”, da Travazzoi a via San Lorenzo la sensazione di soffocamento sarà continua, opprimente, insopportabile, autentica e senza fine. Sarà allora che speriamo di vedere altra e positiva demolizione (questa volta reale) della politica di quelle stesse facce e/o di altri rassicuranti volti che ci spiegheranno come si potrebbe risolvere il problema. Già immaginiamo quando tenteranno di ingannare ulteriormente i cittadini proponendo una colorata aiuola floreale con annessa tangenziale. Rigorosamente “green”, con asfalto ecologico, pista ciclabile per la mobilità sostenibile, cordonate realizzate con inerte sintetico da riciclo di rifiuti, illuminazione a risparmio energetico. In sintesi una nuova puntata della saga “prendiamoli per il qlo”. Se volete possiamo anche dirvi dove passerà, giusto per dare uno spunto di riflessione a chi volesse investire/speculare in zona.
Max Fiabane
Luca Sommavilla
Moreno Barbieri
Belluno