Taglio del nastro per il primo ospedale di comunità del Bellunese, secondo nel Veneto. Nuova vita per la casa di riposo di Alano di Piave all’interno della quale è stata adibita un’ala di 15 posti letto riservata a quegli ospiti affetti da cronicità e che non possono più essere trattati negli ospedali “tradizionali”. Si tratta di una nuova modalità di cura e di assistenza contenuta nel nuovo piano socio-sanitario e che proprio ad Alano sarà avviata a titolo sperimentale.
Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti – tra gli altri – gli amministratori del Basso Feltrino, il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Usl 2 Paolo Perenzin, la direttrice della casa di riposo alanese Alessandra Pilotto, il direttore generale Bortolo Simoni, il segretario generale della sanità veneta Domenico Mantoan e il consigliere regionale Dario Bond, che si è battuto fin dall’inizio per fare in modo che il primo ospedale di comunità del Bellunese sorgesse proprio nel Basso Feltrino. “Ho creduto fin dall’inizio in questa sfida. Questo territorio è da sempre tra i meno considerati del bellunese perchè periferico rispetto ai vari centri. Eppure si tratta di un’area strategica che da sola disseta buona parte della pianura. Questo ospedale di comunità è una prima contropartita nei confronti di questa popolazione”.
L’ospedale di comunità di Alano sarà ospitato in alcuni locali della casa di riposo, può contare su camere dotate di ogni confort con letti studiati anche per i malati di Alzhaimer, su un ambulatorio dedicato e su un’area per la riabilitazione. La supervisione, per il momento, è affidata a un geriatra anche se l’obiettivo della Regione è quello di portare il servizio in capo ai medici di medicina generale. I posti letto a disposizione sono 15.
“L’ospedale di comunità”, ha detto Bond, “ha una duplice valenza. Da un lato porta i pazienti con cronicità – che non possono più essere tenuti in ospedale – in un ambiente più accogliente e su misura, dall’altro taglia i costi di diverse centinaia di euro al giorno a paziente. Si tratta di una innovazione sia sul fronte della qualità del servizio, sia su quello della sostenibilità economica, capitolo che in tempi di vacche magre ha un suo peso specifico. Senza contare”, ha aggiunto Bond, “l’innalzamento dell’età media e il proliferare di nuove patologie”.
E sul fatto che il nuovo ospedale di comunità sia una struttura più vicina al territorio si è soffermato anche il segretario generale Mantoan, che ha anche sottolineato come l’unico capitolo regionale in cui non siano stati fatti tagli sia proprio quello socio-sanitario. “E’ stata una precisa scelta”, ha detto Mantoan. “Il mondo è cambiato e così anche l’assistenza. E’ un nostro dovere trovare modelli più sostenibili economicamente ma anche più rispettosi della qualità della vita. Curare i pazienti vicino a casa e in strutture a misura d’uomo lo è”.
Il direttore dell’Usl 2 Bortolo Simoni ha annunciato che nei prossimi mesi saranno individuati altri ospedali di comunità per dare così seguito alle linee programmatiche del nuovo piano socio-sanitario. “Oggi ad Alano inauguriamo una nuova stagione di attenzione nei confronti dei malati. Seguiremo da vicino l’intero processo”, ha detto Simoni.
“Basta con la logica della lungodegenza, troppo costosa e spesso addirittura nociva per il malato”, ha concluso Bond.