
“Per i bellunesi è uno schiaffo morale senza precedenti. Sarà contento il buon Durnwalder, che intanto continua a ingrassare la sua provincia. Ora ci resta un’unica via: mobilitarci a Roma per l’autonomia e rafforzare così quanto ottenuto finora in Commissione Statuto a Venezia”. Si dice stupito e arrabbiato il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale Dario Bond dopo aver appreso della bocciatura del referendum provinciale promosso dal Comitato per Belluno Autonoma. “Non ho ancora visto le motivazioni, ma sono convinto che a Roma molti abbiano paura di toccare o solo mettere in discussione l’autonomia del Trentino-Alto Adige. Autonomia che, a seconda delle maggioranze politiche, è sempre stata merce di scambio per assicurare stabilità ai governi ed è anche il risultato di una blindatura che i Signori delle autonomie si sono garantiti per non mettere in discusione i loro indubbi privilegi”.
Non manca un auspicio: “Io spero che nel tempo le forze politiche elette a Roma possano costituire – al di là delle maggioranze – un gruppo interpartitico che possa far pesare la provincia di Belluno e portare a casa un risultato. Per farlo ci serve l’aiuto di tutti”.
Per Bond “ci sarà sempre più disaffezione al voto”: “Quei cittadini che hanno firmato la petizione per il referendum si sentiranno traditi e nessuno potrà dare loro torto. E’ brutto sentirsi presi in giro. La colpa non è però della Cassazione ma è dei Signori delle autonomie, quelli che con il tempo sono riusciti a costruirsi attorno un muro invalicabile”. La conclusione del capogruppo del Pdl è amara: “Era l’ultima prova di democrazia e partecipazione della gente. Spero soltanto che il passaggio ora non sia quello della violenza. Ricordo sempre come con quattro bombe l’Alto Adige sia diventato Sudtirolo con tutti i suoi privilegi”.