Il 31 dicembre la Libera Università di lingue e comunicazione cessa il suo servizio a Feltre. Dopo 42 anni di attività. Il 31 dicembre i 40.000 volumi della biblioteca verranno inscatolati e portati via. Il 1 gennaio tutto il personale che oggi è impiegato alla Iulm si troverà senza lavoro. Così come la provincia di Belluno si ritroverà senza Università. Quale futuro per gli studenti in corso?
“Dopo che gli enti bellunesi hanno stanziato risorse straordinarie (700.000 euro) e che anche la Regione Veneto ha investito sul futuro dell’università con una analoga cifra, pur decidendo di non dare un futuro alla Iulm a Feltre. Dopo quattro anni di dichiarazioni, investimenti sul campus universitario, e promesse, oggi, a trenta giorni di distanza dalla cessazione dell’attività della Iulm a Feltre, ancora non si sa che cosa ci sarà dopo. Non vi sono notizie circa i nuovi corsi di laurea che già dall’anno accademico 2009/2010 avrebbero dovuto prendere avvio”.
E’ questo l’oggetto di una interrogazione presentata, ieri, da Sergio Reolon, consigliere regionale del Pd.
“Quale è la volontà del Presidente della Regione? – chiede Reolon – Manterrà gli impegni assunti? Con quali iniziative e con quali tempi? Che risposte per i dipendenti della Iulm che dal primo gennaio resteranno senza lavoro? Che possibilità avranno i ragazzi bellunesi di studiare senza dover andare via?”
La storia degli ultimi quattro anni dell’università feltrina inizia con la delibera, nel 2007, dell’ingresso della provincia di Belluno nella Fondazione per l’Alta Cultura e l’Università: la Regione, in virtù della
“necessità di mantenere una qualificata presenza universitaria a Feltre”, includeva Belluno nella fondazione con la clausola di un contributo annuale da versare alla fondazione stessa.
· E’ la Giunta Regionale ad indicare nel dottor Adriano Rasi Caldogno il proprio rappresentante nella fondazione: attraverso di lui, e attraverso l’assessore competente, Elena Donazzan, la Regione assicurava il suo impegno diretto a garantire anche per il futuro, indipendentemente dalla cessazione o meno del rapporto di collaborazione con la IULM, la continuità di corsi di laurea qualificati nella città di Feltre.
· Febbraio 2008: l’assessore Donazzan conferma che “La città di Feltre può guardare con serenità al futuro perché il mondo universitario veneto è pronto a dare risposte positive”;
· Marzo 2008: i quattro rettori delle Università Venete, insieme all’assessore e al Dottor Rasi Caldogno, firmano un memorandum: “saranno attivati corsi di laurea che valorizzino le peculiarità del territorio e possano esprimere una proposta formativa di eccellenza.” L’impegno è quello di mettere a punto “nuovi prodotti formativi di elevata qualità e condivisi rispetto alle esigenze del territorio.” Nel caso poi le quattro università non avessero investito direttamente, la Regione si impegna “ad identificare e potenziare con adeguati supporti finanziari, alcune opportunità che consentano il decollo di iniziative nel campo universitario.”
· Il 10/3/2008 l’assessore Donazzan dichiara: “Ancora una volta la Giunta del Veneto si è fatta carico del problema sorto a Feltre. Grazie anche alla qualificata presenza di Rasi Caldogno, incaricato espressamente dal governatore veneto a seguire la questione Feltre, il quale conosce ogni particolare che ha segnato il difficile momento per la formazione universitaria bellunese, l’accordo risponderà sicuramente alle esigenze degli studenti e delle famiglie. Sono altresì certa che l’intervento diretto delle università venete, portatrici di una grande tradizione e di competenze riconosciute a livello internazionale, darà nuovo vigore all’istruzione universitaria nel polo di Feltre”;
· Giugno 2008: Rasi Caldogno, presidente della Fondazione, informa il consiglio di amministrazione che dall’anno accademico 2009/2010 sarebbero partiti due corsi di laurea triennali con insegnanti stabilmente in città, ai quali si sarebbero aggiunti, in tempi brevi, anche i due anni di corso di specializzazione. A sua volta il Consigliere Regionale Dario Bond afferma che “il presidente ha portato un piano serio e con traguardi a breve e medio termine, per questo credo che abbia convinto tutti che l’università non morirà. La summer School che sta per approdare in città non è che la prima tappa di un percorso che ora prevede anche l’istituzione di corsi di laurea veri e propri. Tutto questo succederà nel giro di un paio di anni, prima che lo IULM lasci Feltre”
“Ora – conclude Sergio Reolon – la Regione spieghi quale futuro riserva all’Università: tutte queste dichiarazioni convergevano nel sostenere che a Feltre sarebbero arrivati altri corsi di laurea e che la realtà del polo universitario non solo non avrebbe subito contraccolpi negativi, ma anzi sarebbe stata rafforzata e maggiormente qualificata. Per questo tutti i soggetti bellunesi coinvolti hanno fatto affidamento sugli impegni della Regione, continuando a investire nella fondazione. Che dobbiamo pensare ora? Erano solo parole? A Belluno servono risposte: che si sia scambiata la filosofia del fare con quella del disfare?”.