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giovedì, Settembre 21, 2023
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Agricoltura di montagna a rischio di estinzione: in provincia l’82% degli allevatori ha più di 65 anni

Organizzato dal circolo del PD di San Gregorio, Santa Giustina e Cesiomaggiore, venerdì 12 novembre ha avuto luogo a San Gregorio nelle Alpi il convegno sull’agricoltura di montagna. Di questo passo l’allevamento del bestiame, che negli anni ’60 poteva vantare una struttura forte e radicata nelle tradizioni, oggi si presenta quasi in affanno e conta, a livello provinciale, solo 31 giovani allevatori di capi bovini e ben 141 di età superiore ai 65 anni. Le aziende sono in difficoltà nella normale gestione, perché accusano una normativa che si adatta meglio alle grandi aziende di pianura, non lasciando adeguati spazi di manovra per chi lavora in territori montani. In tal modo sono sempre meno quelle aziende a conduzione familiare che riescono a collocare i propri figli nella gestione dell’impresa, in quanto le condizioni che si propongono sono antieconomiche. Basti pensare che alcuni decenni fa una famiglia contadina che aveva pochi capi bovini in stalla poteva vivere decorosamente, oggi neanche con 25 capi si riesce a far quadrare il bilancio di un’azienda. In tal senso ci sono stati degli interventi da parte di alcuni allevatori presenti in sala, che hanno lamentato questi e altri aspetti legati ad un malessere del settore sempre più diffuso. Sulla tipicità dei prodotti agricoli è stata raccomandata l’importanza di tutelare i prodotti biologici caratteristici del territorio bellunese, dove è importante curare non tanto la quantità, ma la qualità del prodotto che si andrà ad offrire al turista itinerante, alla ricerca dei sapori genuini dei prodotti ottenuti con metodi naturali e tradizionali. L’intervento del consigliere regionale Sergio Reolon ha sottolineato l’importanza della politica in ambito regionale. L’attuale contesto normativo, vede avvantaggiato l’agricoltore di pianura, che può permettersi la gestione di grandi entità, rispetto a quello che opera in montagna, caratterizzato da entità più modeste, legato spesso alla morfologia dei terreni lavorati, dal numero dei raccolti e quant’altro. Fin che persistono queste condizioni l’agricoltura di montagna non avrà delle reali possibilità di implementare i propri bilanci, soprattutto nelle piccole e medie aziende, che sono la quasi totalità del comparto nella nostra provincia. Si impone quindi una politica dedicata all’agricoltura di montagna, che ponga in essere tutte quelle misure necessarie a tutelare i lavoratori del settore e che sia di stimolo alle aziende, affinché si avverta quella sicurezza necessaria ad affrontare gli investimenti con serenità e orgoglio. Quindi sarà opportuno considerare le attività agricole, biologiche e zootecniche condotte in territorio montano, come un settore da tutelare e proteggere da una inevitabile estinzione.

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