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Qui dissentire è considerato un crimine * di Giovanni Vecellio

All’estensore dell’articolo sul Corriere delle Alpi del 10.11.2010 – Signor Oscar De Gaspari – che denuncia lo scandalo della lottizzazione “la Boa” in questo Comune urbanisticamente ed ambientalmente devastato – scelto, per ragioni difficili da spiegare, quale sede ottimale per la consegna da parte del Presidente della Repubblica della targa Unesco – arrivi l’umile ringraziamento di un ex boscaiolo ottantenne. Il Comune di Auronzo è difficile da capire, perfino da chi ci vive da una vita, figuriamoci da chi – pur amando il paese più dei suoi stessi abitanti – purtroppo vive altrove. Meriterebbe la cittadinanza ad onorum. Porto alcuni elementi a sostegno della validità delle argomentazioni del Signor De Gaspari, a valere come – secondarie – integrazioni:
“BOA” in Cadorino vuol dire frana. E la Boa si è già fatta sentire il 04 novembre 1966, portandosi nel lago, oltre a danni immensi nella valle, una abitazione. Per fortuna senza vittime.
E tuttora sovrasta la lottizzazione “la Boa”, come il monte Toc sovrastava il Vajont.
De Gaspari cita il P.R.G. del 1967. Va osservato che un Piano con previsioni per 60.000 persone a fronte di 4.000 abitanti, si commenta da solo. Ma negli anni, con “varianti, licenze in deroga, sanatorie, cambi di destinazione” è diventato un colabrodo, aperto alle più spericolate operazioni. In questa, come in tutte le operazioni precedenti, si viene a saldare una “associazione a speculare” fra i possessori delle aree beneficiate dal P.R.G. (cioè gli amici degli amici – gli altri esclusi), gli appetiti degli speculatori, le agenzie immobiliari, le imprese costruttrici, la rete commerciale e gli interessi traversali di chi si occupa “del pubblico bene”. Il substrato morale è lo stesso della “Sade” sul Vajont. Vendo le aree ed incasso. Costruisco, vendo ed incasso. Delle vite altrui chi se ne frega. Alcuni esempi precedenti:
Caduto nel nulla il ricorso contro il P.R.G. auronzano dell’architetto Gellner (quello inoltre del villaggio Eni di Borca) la minoranza del tempo, fu costretta a trascinare in Tribunale Sindaco e Giunta per far applicare l’INVIM a carico di chi sul P.R.G. si era arricchito. I due giorni precedenti l’entrata in vigore della Legge Bucalossi (oneri di urbanizzazione), la Commissione Edilizia approvò un metro cubo di licenze edilizie, a firma del geometra-Sindaco in carica, sottraendole all’imposta ed arrecando quindi al Comune danni miliardari. Il signor De Gaspari sa certamente che la zona di Misurina è al centro di un contenzioso su una Convenzione-truffa proposta dal Comune alle “Regole” usufruttuarie di quel territorio vincolato alla inalienabilità E sa certamente che su questa ipotesi si erano fatti faraonici progetti. Per esempio la casetta dell’Assessore attualmente in carica (180 mc circa) dovrebbe diventare un “ecomostro” da 6.200 mc e far sparire sotto il cemento il Col Sant’Angelo, il “logo” di Misurina.
Sa il De Gaspari chi ha firmato quel progetto? L’architetto Oscar De Bona, allora Presidente, in carica, della Provincia di Belluno. Sembra demenza ma è agli atti. E per finire, sa chi ha avuto l’incarico di gestire urbanisticamente l’operazione BOA? L’architetto Massimo Casagrande, presidente del CAI Auronzo, Ente primadonna in materia di parchi e in giudicato per avere ruolo nel futuro Unesco. Mi spiace deludere il Signor De Gaspari, ma stando le cose come stanno, le Sue speranze sulla gioventù locale non hanno molto fondamento. Qui si nasce già ultracentenari, con relativa apatia e cinismo. Qui dissentire è considerato un crimine.
Vecellio Giovanni – Auronzo di Cadore

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