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venerdì, Dicembre 8, 2023
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La giunta Prade traballa, ma ha una gran fretta di concludere l’affare Uls, portando gli uffici amministrativi nel “palazzaccio” di via Tiziano Vecellio in vendita da 20 anni e che nessuno vuole

Mentre si avvicina il 6 settembre, data del prossimo consiglio comunale, il giorno più lungo della giunta Prade, quando si conteranno per l’ennesima volta i voti per vedere se esiste ancora una maggioranza di governo, accelera fortemente il progetto di riunificazione delle sedi Ulss 1. La proposta della giunta è di acquisire il fabbricato di via Tiziano Vecellio per i servizi amministrativi, la sede di San Gervasio per un centro per l’Alzheimer e Villa Dal Fabbro per una psichiatria extra ospedaliera. Secondo l’amministrazione Prade, si tratta di un processo di razionalizzazione degli immobili della Ulss con accorpamento dei servizi e il miglioramento dell’accessibilità per cittadini, utenti e per gli stessi dipendenti. Un’operazione prevista dal protocollo d’intesa dell’ottobre 2004 nel quale si prevedeva la concentrazione delle attività ora distribuite nelle sedi di via Feltre, via Sant’Andrea, piazzale Marconi e via Sala. Oltre ai servizi veterinari attualmente collocati all’ex macello di via Cappellari. I fabbricati di San Gervasio (ex sanatorio) saranno adibiti a fini assistenziali e centro per il trattamento delle demenze senili. Con un’ottantina di posti. Villa Dal Fabbro diventerà un centro di residenzialità psichiatrica extra ospedaliera. Il “palazzaccio” di via Tiziano Vecellio sarà acquisito con permuta degli edifici di via Feltre della Uls dove oggi lavorano 132 dipendenti. Vi sono poi altri 44 dipendenti in via Sant’Andrea. Ma solo 87 sono di Belluno, il resto del personale arriva da altri comuni. Nella palazzina di via Feltre, servita dal vicino parcheggio, vi sono 2.188 ingressi giornalieri, il 27% del quale relativo a prestazioni ambulatoriali. Le opposizioni in consiglio comunale non sono però dello stesso parere. Su queste colonne a fine giugno era intervenuta Irma Visalli del Pd, per sottolineare la fretta con cui veniva portata avanti questa operazione da oltre 14 milioni di euro. La scelta di via Tiziano Vecellio secondo l’esponente del Pd, avrebbe determinato  «gravi disagi per i cittadini, soprattutto gli anziani e i malati, che già oggi esprimono tutte le difficoltà del muoversi in un sistema sanitario frazionato e collocato in più luoghi. Figuriamoci cosa sarebbe spostarsi, magari sofferenti e comunque in stato di “bisogno” tra parti opposte della città. in un luogo già significativamente toccato dal traffico e dalla difficoltà di accesso. Lo spostamento, oltre ai costi non monetizzabili in termini di fatica e disagio, comporterebbe inevitabili spese aggiuntive per adeguare alle nuove esigenze il trasporto pubblico, i parcheggi e il rapporto logistico con l’ospedale e le altre strutture dell’assistenza sanitaria.
Il documento firmato da 100 dipendenti, a cui il Pd esprime la totale solidarietà, è rimasto lettera morta. Se è vero che la sede di via Feltre non è più adeguata agli scopi cui è preposta – prosegue Irma Visalli –  non è ancora chiaro se lo sia quella di Via Vecellio, costruita 20 anni fa e lasciata in abbandono), e  per la quale è tutta da verificare l’adeguatezza in termini di rischio sismico e destinazione d’uso. Insomma, si permuta il vecchio con il già vecchio. Come mai? Perché si è accantonata l’idea della cittadella ospedaliera? Perché non ci si muove entro un progetto organico in cui obiettivo primario sia l’accorpamento delle funzioni, il recupero dell’esistente e la semplificazione d’accesso per l’utenza? Perché non si vende tutto il patrimonio inutilizzato o inutilizzabile, fuori norma e inefficiente, per un unico rinnovato polo della sanità? Se non vi è vantaggio per gli utenti, non sono d’accordo i dipendenti, non c’è una programmazione più ampia in cui questa operazione sia in linea …perché la si fa? Che interessi ci sono sotto quest’operazione? Perché tutta questa fretta in un momento in cui l’intera programmazione sanitaria provinciale è in discussione? Il Pd chiede che sia assuma un approccio responsabile e si fermi questo processo poco chiaro e ricco di tessere che non collimano con l’unica questione a cui si deve guardare: il benessere degli assistiti e la semplificazione agli stessi delle modalità con cui il sistema sanitario risponde alle loro esigenze».  Ultimo particolare, quello che abbiamo chiamato “palazzaccio” , in via Tiziano vecellio alla Veneggia, in passato era stato preso in considerazione anche da altri enti, ma per la mediocre qualità della costruzione, oltre al problema dei parcheggi e alcuni vincoli di destinazione, il progetto venne abbandonato. Vuoi vedere, come dicono a Roma, che qualcuno vuole rifilare “na sola” alla Uls…

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