“Stiamo assistendo ad una deregulation venatoria. A nome del gruppo dell’I.D.V – scrive il capogruppo in consiglio provinciale Angelo Levis – spero che l’amministrazione provinciale riveda l’intento di cambiare il regolamento per la disciplina della caccia. E’ vero che l’impianto originario, risalente al 1994, risente della situazione faunistica e culturale dell’epoca, quando era sporadica la presenza di alcune specie che col tempo si sono affermate in modo importante. Crede anche che il mondo venatorio sia tra gli interlocutori principali nella ambiziosa sfida per la conservazione della fauna selvatica e del territorio. Il nuovo regolamento proposto ha tra le molte novità l’intento di responsabilizzare le riserve alpine di caccia arrivando fino a strumenti di autogestione. Un’ulteriore novità è la sessione di caccia straordinaria, dal 17 aprile al 29 maggio,(ricordo che il parto dei cervi avviene proprio nel mese di maggio). Ma veniamo al punto che più ha fatto indignare le persone soprattutto estranee a questa realtà. E’ concessa la caccia anche alle femmine e piccoli di camoscio, capriolo, cervo, muflone e daino. Ho riportato la dicitura esatta perché mi pare stia nascendo anche una controversia sull’età anagrafica degli ungulati oggetto di caccia. Gli stessi cacciatori con cui ho avuto modo di confrontarmi (non essendo io esperto del settore) sono contrari alla proposta di cacciare piccoli e femmine gravide. Mi fanno sorridere, anche se la cosa purtroppo ha del tragico; le motivazioni dell’ISPRA (istituto superiore protezione e ricerca ambientale) secondo il quale il prelievo di femmine è un principio gestionale ormai assodato e indiscusso, perché una corretta gestione faunistica deve prevedere di mantenere le popolazioni con un corretto rapporto tra sessi e classi di età. Auguriamoci che tale organismo non abbia competenza in ambito umano altrimenti vista la natalità acconsentirebbero l’abbattimento dei nostri poveri nonni. Personalmente non sono contrario ad una caccia che rispetti delle regole umanamente accettabile. Leggevo tempo fa di un sondaggio condotto dall’Ipsos secondo il quale il 79% dei cittadini considera la caccia “una crudeltà da vietare o da regolare più rigidamente”. Spiace vedere che la gestione del mondo animale, che appartiene a tutti noi, non sia regolato da un organo imparziale ma sia sottoposto a logiche faziose e di parte.Questa mia protesta spero contribuisca a far riflettere il presidente Bottacin, l’assessore De Zolt affinché ripensino e si confrontino con chi ama gli animali vivi”.
Angelo Levis – Capogruppo I.D.V. consiglio provinciale