«Su 15mila 500 candidati siamo stati ammessi in 38. Era il 1960, l’ultimo concorso che fece la Rai. In commissione esaminatrice c’erano gli Ungaretti, i Moravia, i Pasolini i Patroni Griffi, la cultura italiana, insomma. Oggi non ne metti insieme due»! Lo ha detto questo pomeriggio Enrico Vaime, celebre autore televisivo e teatrale, oltre che scrittore (24 libri al suo attivo), e conduttore radiofonico da 33 anni del programma Black Out. L’incontro con Vaime si è tenuto a Villa Buzzati San Pellegrino di Belluno, all’interno del ciclo di manifestazioni “Sorsi d’autore”. Con moderatrice la giornalista e scrittrice Cinzia Tani e la partecipazione del sommelier Roberto Ferro, che ha illustrato i vini veneti doc offerti nel corso dell’evento. Vaime ha intrattenuto il folto pubblico raccontando aneddoti collezionati in 50 anni di professione. «Paolo Villaggio lo scoprimmo io, Terzoli e Costanzo, quando lavorava alla Fin Sider ed aveva delle partecipazioni al Teatro stabile di Genova. Walter Chiari fu il primo vero attore televisivo. Luciano Salce, un uomo di grande raffinatezza. Bramieri un grande professionista. Flaiano è stato il mio maestro, con lui ho anche lavorato, aveva una cultura e un’ironia strepitosa».
La tv di allora e quella di oggi? «L’unico passo avanti è stato il telecomando! E anche i cretini di una volta erano meglio di quelli di oggi, perché si accontentavano, sapevano quando dovevano fermarsi. Oggi non si fermano davanti a nulla». Il ’68? «L’ho fatto da privatista. Però mi hanno rovesciato l’auto che poi ha preso fuoco. “Diventerete tutti notai” gridavano i borghesi ai contestatori, ed era la peggiore offesa. Molti in effetti lo diventarono, notai e dirigenti». Il personaggio più interessante dell’attuale intrattenimento italiano? «Fiorello, solo lui, non ne vedo altri». Vaime è caustico anche quando gli viene chiesto della sua professione «Siamo come dicono al ministero, scritti a matita». E quando gli chiedono del canale televisivo La7 dice «In teoria possiamo fare quello che ci pare. In pratica non lo facciamo. Ora ci sono molte soubrette anche lì». L’incontro, che si era aperto con la visita alla cappella, guidata da Valentina Morassutti (nipote di Dino Buzzati), si è concluso con il buffet di degustazioni gratuite con i vini dell’Unione dei Consorzi Vini Veneti Doc e i formaggi Agriform.