Mentre si sta discutendo della riorganizzazione del sistema sanitario provinciale, di “nuovo ospedale delle Dolomiti”, di efficienza ed efficacia del sistema dell’assistenza in montagna, la direzione dell’Ulss 1 porta avanti in tutta fretta la manovra da oltre 14 milioni di euro per il trasferimento della sede degli uffici amministrativi e degli ambulatori da via Feltre a via Vecellio.
Ultima mossa fare uno “strano” sondaggio tra i cittadini che arrivano alla sede di via Feltre. Naturalmente l’esito è “prevedibile” . Nel frattempo si lavora sul fronte urbanistico ponendo la questione alla commissione comunale competente. Di tutto ciò si è discusso ieri sera nella riunione del Coordinamento dell’Unione comunale del Partito Democratico che ha espresso la netta contrarietà allo spostamento.
Questo alla luce delle seguenti considerazioni e quesiti non risolti:
Saranno gravi i disagi che la cosa significherebbe per cittadini, soprattutto gli anziani e i malati, che già oggi esprimono tutte le difficoltà del muoversi in un sistema sanitario frazionato e collocato in più luoghi. Figuriamoci cosa sarebbe spostarsi, magari sofferenti e comunque in stato di “bisogno” tra parti opposte della città. in un luogo già significativamente toccato dal traffico e dalla difficoltà di accesso. Lo spostamento, oltre ai costi non monetizzabili in termini di fatica e disagio, comporterebbe inevitabili spese aggiuntive per adeguare alle nuove esigenze il trasporto pubblico, i parcheggi e il rapporto logistico con l’ospedale e le altre strutture dell’assistenza sanitaria.
Il documento firmato da 100 dipendenti, a cui il PD esprime la totale solidarietà, è rimasto lettera morta, anzi pare abbia procurato un “disagio” interno aggiuntivo per quanti si sono esposti nel firmare la lettera. Nonostante quelle espresse fossero opinioni di chi ogni giorno è a contatto diretto con i cittadini e si occupa delle risposte del servizio alle loro esigenze.
se è vero che la sede di via Feltre non è più adeguata agli scopi cui è preposta, non è ancora chiaro se lo sia quella di Via Vecellio (costruita 20 anni fa e lasciata in abbandono) per la quale è tutta da verificare la adeguatezza in termini di rischio sismico e destinazione d’uso. Insomma, si permuta il vecchio con il già vecchio. Come mai?
perché si è accantonata l’idea della cittadella ospedaliera? Perché non ci si muove entro un progetto organico in cui obiettivo primario sia l’accorpamento delle funzioni, il recupero dell’esistente e la semplificazione d’accesso per l’utenza? Perché non si vende tutto il patrimonio inutilizzato o inutilizzabile, fuori norma e inefficiente, per un unico rinnovato polo della sanità?
Concludendo, se non vi è vantaggio per gli utenti, non sono d’accordo i dipendenti, non c’è una programmazione più ampia in cui questa operazione sia in linea …perché la si fa? Che interessi ci sono sotto quest’operazione? Perché tutta questa fretta in un momento in cui l’intera programmazione sanitaria provinciale è in discussione? Il PD chiede che sia assuma un approccio responsabile e si fermi questo processo poco chiaro e ricco di tessere che non collimano con l’unica questione a cui si deve guardare: il benessere degli assistiti e la semplificazione agli stessi delle modalità con cui il sistema sanitario risponde alle loro esigenze.
Irma Visalli – Pd Belluno
Nella foto, il palazzo di vetro alla Veneggia. In passato l’immobile era stato preso in considerazione anche da altri enti, ma sembra che per la mediocre qualità della costruzione, oltre al problema dei parcheggi e alcuni vincoli di destinazione il progetto venne abbandonato. In seguito l’immobile è stato rilevato e parzialmente restaurato. E ora c’è una gran fretta di concludere, vendendolo alla Ulss n.1