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Per Zaia la clandestinità equivale a criminalità, una semplificazione che negli Stati Uniti sarebbe inaccettabile

Il presidente della Regione Veneto ritorna sulla questione dei clandestini e lo fa senza mezzi termini:”Per il Nord il problema criminalità è prioritario. Lo confermano i dati dell’ultimo rapporto Istat. Soltanto in Veneto lo considerano tale 64 cittadini su 100, che motivano la loro preoccupazione anche in riferimento alla presenza di sacche di immigrazione clandestina, che fa da serbatoio alla malavita e alla criminalità. I veneti non sono razzisti: chiedono soltanto che si prenda atto della realtà con onestà intellettuale e si rinunci a cavalcare l’onda mediatica puntando il dito contro il leghista ‘brutto e cattivo’. La stragrande maggioranza dei reati commessi da stranieri in Italia – prosegue Zaia – è opera di clandestini, e nel Nord delinquono per il 60% in più degli italiani. Quale integrazione ci potrà essere nelle periferie delle nostre città – non nei centri storici – senza sicurezza e rispetto delle regole? A questo domanda nessuno – finora – ha dato risposta. Va anche sottolineato un altro problema, sollevato da Artigianfidi: il 42% degli stranieri nella sola provincia di Padova non restituisce i prestiti erogatigli. Esistono delle regole: e devono essere uguali per tutti. Questo non è negoziabile”. Sulle regole e le dichiarazioni di principio siamo tutti d’accordo, vanno rispettate a partire dal ministro che acquista l’appartamento con vista, al posteggiatore abusivo che tira la carretta per campare. Sui clandestini vale la pena di ricordare che negli Stati Uniti d’America uno può vivere e lavorare nella condizione di clandestino anche per vent’anni a condizione che paghi le tasse e non commetta reati. Però basta un divieto di sosta non pagato per far scattare la procedura di espulsione. Ecco, vorremmo che anche qui in Italia non venisse punita la clandestinità (considerata reato dalla legge italiana), ma gli omicidi, le rapine, i furti, lo spaccio di droga ecc. E che per i colpevoli lo Stato garantisse la certezza della pena. Il clandestino, solo perché non ha rinnovato o non può rinnovere il permesso di soggiorno, ma che lavora e paga le tasse non crediamo costituisca un problema per la comunità.

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