Verrà proiettato domani, all’interno della rassegna del Trento Film Festival, la copia restaurata della pellicola “Il gigante delle Dolomiti” (1926) del regista Guido Brignone. La presentazione, ad opera della Fondazione Cineteca Italiana, vede il contributo della Provincia di Belluno, dell’UNESCO e della Regione Veneto. Il lavoro di restauro di questo rarissimo e fondamentale capitolo nella saga dei film dedicati a Maciste, vuole essere un contributo alla riscoperta non solo di un grande tesoro cinematografico, ma anche di quell’immensa opera d’arte della natura che sono le Dolomiti. «Grazie al lavoro di recupero della pellicola di Brignone possiamo far conoscere ancor più le bellezze paesaggistiche e naturali di cui possiamo fregiarci», ha commentato il presidente della Provincia di Belluno, Gianpaolo Bottacin.
“Il Gigante delle Dolomiti” è un esempio della migliore cinematografia, che sarà doverosamente restituito al pubblico, non solo nello splendore originario delle sue immagini, ma anche impreziosito da una nuova colonna sonora.
La trama
Guida alpina provetta molto apprezzata dagli escursionisti, Maciste (l’attore Bartolomeo Pagano) vive sulle Dolomiti, al Passo delle Tre Croci, e si occupa amorevolmente del nipotino Hans, figlio illegittimo della sorella, morta di crepacuore per il disonore di esser stata sedotta e abbandonata. Acerrimo rivale di Maciste è il losco Schultz, un contrabbandiere che, in cerca di facili guadagni, si allea con due avventurieri, Müller e la misteriosa Vanna Dardos, con l’intento di sottrarre i piani di un rivoluzionario progetto aeronautico che il giovane ingegnere Riccardo Ewert sta mettendo a punto nella pace di una baita sulle montagne. Oltre a Vanna, un’altra donna è interessata all’ingegnere: la bella pittrice inglese Maud Fair, che trascorre le proprie vacanze in un lussuoso albergo ed è segretamente innamorata di lui. Nel tentativo di sedurre l’ingegnere, Vanna non si accorge che un ispettore di polizia è sulle sue tracce. Mentre Maud, con l’aiuto di Maciste, riesce a far fronte ai tentativi di violenza di Müller, l’ingegnere, allertato dall’ispettore, finge di cadere nella trappola di Vanna per renderne possibile l’arresto; Müller e Schultz, vedendosi perduti, si danno alla fuga lungo il passo del Gigante, ma muoiono durante una bufera di neve e Vanna è costretta all’esilio. Maud può finalmente coronare il proprio sogno d’amore.