Quando a metà degli anni ’70 i vari gruppuscoli neri volevano adottare la simbologia nazista, come la croce celtica, l’allora segretario del Msi Giorgio Almirante prese carta e penna e lo impedì. Perché sapeva che quei simboli erano legati intimamente alla persecuzione razziale degli ebrei. Questione dalla quale Almirante si tenne sempre alla larga, prendendo le distanze. Oggi, movimenti come Ordine Nuovo, hanno un ricco campionario di simboli nazisti esibiti alla luce del sole senza che nessuno faccia molto caso. Professori universitari del calibro di Sandro Fontana, ex parlamentare Dc, al convegno di Liberal tenuto a Belluno qualche tempo fa, raccontano la loro verità e la storia diventa una caricatura.
Cosa sta succedendo? Se lo sono chiesti ieri sera (martedì 13) in Aula magna dell’Istituto tecnico “G.Segato” di Belluno Santo Peli, storico contemporaneo all’Università di Padova, Ferruccio Vendramini storico bellunese e Saverio Ferrari, giornalista e scrittore. Il professor Peli ha osservato che «I Ragazzi di Salò non ammisero mai di aver sbagliato. Mazzantini e Vivarelli sostennero sempre d’essersi arruolati per amor di patria. Ferruccio Vendramini è intervenuto per sottolineare le sue preoccupazioni, dal momento che le “verità” sostenute dall’onorevole Sandro Fontana a Belluno sono state criticate solo dal mensile La Pagina. Ha chiuso il convegno Saverio Ferrari, giornalista milanese, che ha sostenuto l’esigenza della nascita di un nuovo antifascismo, fondato sulla lotta al razzismo dilagante. L’incontro, moderato da Manuela Porta Flc Cgil, è stato promosso dalla Flc Cgil di Belluno l’Isbrec, e l’Anpi, all’interno delle iniziative “Senza memoria non c’è futuro. 25 aprile, un giorno lungo una storia”. Sono intervenuti il segretario provinciale della Cgil Renato Bressan, il preside dell’Istituto Gerardo Cavaliero, l’onorevole Sandro De Toffol per l’Anpi.