Il presidente nazionale produttori di Occhiali e delegato per il made in Italy della Federazione della Moda di Confartigianato, il bellunese Tiziano De Toffol, ha incontrato a Roma, a Montecitorio, assieme ai rappresentanti della Federazione Moda e dei vertici di Confartigianato del Veneto, l’on. Marco Reguzzoni, relatore della proposta di legge “Reguzzoni-Versace” sulle Disposizioni concernenti la commercializzazione di prodotti tessili e della pelletteria e calzaturieri. La norma è tanto attesa anche dal comparto dell’occhialeria, perché definisce ciò che può essere etichettato come “made in Italy”, condizione sulla quale le piccole imprese del comparto possono contare su un rilancio delle loro produzioni. Non a caso Confartigianato appoggia pienamente la proposta di legge e punta a che si privilegi la valorizzazione delle produzioni già “made in Italy” che possono godere, tramite la tracciabilità, dell’evidenza dei processi produttivi realizzati nel territorio italiano piuttosto che definire le produzioni che possono avvalersi della dicitura “made in Italy”. “L’incontro è stato davvero positivo – commenta il presidente nazionale dei produttori di Occhiali, Tiziano De Toffol – abbiamo ricevuto ampia disponibilità a prendere in considerazione proposte emendative e migliorative del testo; oltre all’apertura di un “canale privilegiato” alle esigenze del contoterzismo e l’impegno a calendarizzare la proposta di legge in Senato entro fino mese, anche perché ormai avendo ottenuto una approvazione unanime in Aula alla Camera e il via libera di tutte le organizzazioni datoriali, dopo l’audizione alla commissione Industria al Senato, non dovrebbero sorgere altri impedimenti”. “La norma, certamente migliorabile – continua Tiziano De Toffol, delegato per il made in Italy della Federazione della Moda di Confartigianato – resta comunque uno stimolo fondamentale per accelerare la discussione europea in ordine alla introduzione dell’obbligatorietà dell’indicazione di provenienza, almeno per alcune categorie di prodotti. Qualora dovesse restare delimitata al settore del tessile, va considerata come una prima sperimentazione da valutare, aggiornare ed eventualmente allargare ad altri settori produttivi a partire, ovviamente dall’occhialeria”.