Sabato 10 ottobre dalle 9 alle 13 all’Auditorium comunale di Belluno, all’interno della manifestazione “Oltre le vette”, si terrà il convegno dal titolo “La città scomparsa. Dalle esperienze particolari ai paradigmi generali” organizzato dall’associazione ‘Penelope Onlus’ e dalla Delegazione bellunese del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico. L’incontro sarà introdotto da Elisa Pozza Tasca presidente di Penelope Italia e da Giovanni Cipollotti presidente Cnsas veneto. Vi parteciperanno come relatori gli uomini del Soccorso alpino Fabio Bristot, Alberto Paoletti, Gianni Mezzomo e Luca Pezzullo dell’Associazione nazionale psicologi. Dal 1974 ad oggi in Italia sono 24.804 le persone scomparse senza lasciare traccia, 934 solo in Veneto. Una piccola ‘città’ di dispersi dei quali le famiglie non hanno mai più avuto notizia. Il fenomeno delle persone scomparse ha assunto negli ultimi anni una dimensione allarmante nel nostro paese. Da fonti ufficiali provenienti dal Ministero degli interni risultano ad oggi ben 24.804 persone delle quali non si ha alcuna notizia e che sono ufficialmente ancora da ricercare. Parallelamente emerge dallo stesso rapporto una altro dato sconcertante: i cadaveri censiti non identificati sono 753. Il convegno ha quale scopo principale tematizzare un problema drammatico e tracciare, assieme alle istituzioni e agli organi competenti, un percorso concreto per determinare sistemi innovativi di ricerca, banche dati nazionali sui soggetti scomparsi e sulla loro tracciabilità nel tempo e nello spazio, soluzioni legislative e normative e ogni altro strumento che possa essere di conforto alle famiglie delle persone scomparse. “Abbiamo aderito subito all’iniziativa allo scopo di essere di aiuto alle persone scomparse, alle loro famiglie, e soprattutto perchè sia di sollecitazione agli organi competenti affinchè entrino in azione con ricerche immediate”, sottolinea Gilda Milani Bianchi, presidente di Penelope Italia Veneto, l’associazione nazionale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse. “Spesso le persone scomparse vengono classificate tra quanti si allontanano volontariamente – continua Milani Bianchi – noi ci battiamo perchè invece la sparizione venga parificata a un reato e perchè ci sia più disponibilità a seguire le ricerche con maggiore attenzione. Come associazione riteniamo poi importante essere vicini alle famiglie, sempre abbandonate a loro stesse. L’augurio è che, come avviene in montagna, anche in città si parta non appena scatta la segnalazione. I primi momenti sono fondamentali per poter rintracciare le persone”. Il Soccorso alpino è demandato a coordinare la ricerca dei dispersi in ambiente ostile e impervio, attività che nell’ultimo decennio ha fatto registrare un aumento esponenziale dei casi.