Ricordare le vittime del Vajont con una veglia notturna sulla diga. L’iniziativa è degli Amici della Bicicletta di Brescia, Milano e Belluno che oggi pomeriggio hanno fatto tappa in piazza Duomo a Belluno. Come l’anno scorso, sono partiti venerdì in 38 da Brescia (in 4 giovedì da Milano) e hanno raggiunto la nostra provincia passando per il Lago di Caldonazzo e la Valsugana. Al gruppo lombardo si è aggiunto quello dei bellunesi guidato da Bortolo Calligaro, per un totale di una cinquantina di ciclisti. Che questa sera (sabato 3) daranno vita alla veglia notturna con i ”Cittadini per la Memoria del Vajont” e la giornalista Lucia Vastano, autrice del libro “Vajont l’Onda Lunga”, prosecuzione ideale dell’impegno di ricerca e denuncia delle molte responsabilità, complicità, coperture, che fu di Tina Merlin. La manifestazione si propone l’obiettivo di istituire una giornata dedicata al ricordo dei caduti di tutte le stragi causate dall’uomo. Per questo motivo è stato scelto come punto di partenza piazza della Loggia a Brescia, dove il 28 maggio del 1974 una bomba esplosa sotto i portici provocò 8 morti e più di 90 feriti. E l’arrivo sul Vajont, dove il 9 ottobre del 1963 persero la vita 1910 persone. La manifestazione prosegue domenica con un percorso di 20 Km in Val Vajont (partenza alle 10.30 dalla diga) e coinvolgerà anche alcuni ragazzini di Beslan (Ossezia del Nord), altro luogo tristemente famoso, dove il I settembre del 2004 morirono 394 persone di cui 156 bambini per un attentato in una scuola. Domenica si percorrerà la strada che attraversa la zona della frana, passando dalla frazione di Pineda, scendendo poi al ponte sul torrente Vajont e risalendo sulla statale. Dopo la frazione di S. Martino, si arriverà a Erto, attraversando il caratteristico abitato di Erto vecchia, e si ritornerà alla diga. Prima però, chi se la sente, potrà salire nel suggestivo paese di Casso (dislivello 150 m), che domina dall’alto la valle. “L’esercizio per la Memoria del Vajont, oltre al significativo e doveroso ricordo delle vittime, vuole anche essere un invito a riconsiderare il dissennato uso del territorio – ha detto Massimo Braghini – Riteniamo che l’andare in bicicletta sia una risposta alla nuova tragedia annunciata dei cambiamenti climatici. E un segno di sensibilità ambientale”.