La sede di Arabba dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto (Arpav) provvederà a dotarsi di una stazione nivometeorologica per il monitoraggio del permafrost, a realizzare l’aggiornamento della carta di distribuzione potenziale del terreno perennemente ghiacciato estendendola a tutta la provincia di Belluno, a completare il data base relativo ai “rock glacier” e a produrre il relativo materiale divulgativo. Lo ha deciso la Giunta veneta, su iniziativa dell’assessore Renato Chisso, nell’ambito del progetto “Permanet”, uno dei dodici finanziati nell’ambito dell’iniziativa comunitaria “Alpine Space” per la cooperazione territoriale europea. “Il Permanet – ha spiegato Chisso – riguarda la caratterizzazione e il rilevamento della distribuzione del permafrost in area montana, evidenziando gli aspetti che ne legano l’evoluzione al cambiamento climatico ed elaborando scenari evolutivi e impatti sul territorio e le sue risorse; il tutto tenendo conto dell’interferenza del riscaldamento globale sul permafrost, individuato come terreno che presenta per almeno due anni consecutivi una temperatura media annua inferiore a 0 gradi centigradi”. Il monitoraggio del permafrost assume quindi un duplice significato: come indicatore climatico e come elemento che influenza la stabilità dei versanti e dunque le possibilità di dissento e la loro evoluzione. Studiare questo aspetti significa dunque accrescere la conoscenza finalizzata alla pianificazione del territorio montano, con lo scopo di individuare le situazioni a rischio e di prevenirle attivamente. Nell’ultima fase del progetto verranno implementati i servizi a supporto della fruibilità del territorio, anche dal punto di vista del turismo montano e sarà approfondito l’inventario delle risorse idriche montane. Al progetto “Permanet”, il cui capofila transnazionale è la Provincia Autonoma di Bolzano, partecipano oltre al Veneto: l’Agenzia per l’Ambiente bavarese; l’ARPA Piemonte; la Regione Autonoma Valle d’Aosta; la Provincia Autonoma di Trento; il Ministero Federale Austriaco per l’Ambiente; l’Università di Innsbruck; l’Università di Graz; l’Istituto centrale per la Meteorologia e la Geodinamica di Salisburgo; l’Università Joseph Fouriere, il Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica e l’Istituto per la Tecnologia di Grenoble; l’Ufficio Federale svizzero per l’Ambiente.