Intorno alle ore 13 di oggi (30 giugno), due alpinisti austriaci, sono precipitati durante la scalata del Becco di Mezzodì, gruppo della Croda da Lago. Baldur Ebner, 65 anni, residente a Innsbruck ha perso la vita, mentre il suo compagno G.H., 65 anni, residente a Rum è ricoverato all’Ospedale di Belluno dopo essere stato imbarcato dall’elicottero del Suem di Pieve di Cadore. I tecnici del Soccorso alpino di Cortina e l’eliambulanza hanno recuperato il corpo senza vita dell’alpinista austriaco con un gancio baricentrico di 50 metri. La salma, ottenuto il nulla osta dalla magistratura per la rimozione, è stata trasportata fino alla piazzola del rifugio Palmieri dove attendeva la jeep del Soccorso alpino di Cortina per condurla a valle. Sulla dinamica dell’incidente per ora solo supposizioni. Di certo c’è che i due alpinisti, si trovavano nel tratto sommitale della via normale, slegati nel punto della cresta da superare a piedi prima delle calate che partono dal pilastro. La discesa si effettua dal versante a sud, nel versante a nord c’è un canale scosceso, con ripidi salti di roccia innevati, ed è da quella parte che i due amici sono precipitati, a circa 2.300 metri di altitudine, 300 metri sotto la cima. Dai primi accertamenti pare che uno di loro sia scivolato, trascinando l’altro, fermo più in basso, nella caduta. L’allarme è arrivato dall’Austria, dopo una chiamata dell’alpinista ferito, bloccato in un affossamento nella neve, senza riuscire a vedere il compagno. L’elicottero del Suem di Pieve di Cadore, individuati i due scalatori, ha sbarcato il personale di bordo con un verricello di 50 metri e il tecnico del
Soccorso alpino ha subito recuperato l’infortunato, che è stato trasportato all’ospedale di Belluno in stato di ipotermia e con diversi traumi sul corpo. Successivamente l’eliambulanza è tornata sul luogo dell’incidente. La salma del secondo alpinista si trovava a una decina di metri di distanza dal primo. L’uomo, dopo essere scivolato per una trentina di metri sulla neve, ha perso la vita per i traumi dovuti all’urto sulla la roccia contro cui si è fermato.