I comuni bellunesi hanno tempo fino al 13 luglio per, inoltrare alla giunta regionale domanda per ottenere un contributo dell’80% sui piccoli lavori sotto i 500 mila euro che saranno realizzati dalle pubbliche amministrazioni. “ L’iniziativa che ha una funzione chiaramente anticiclica rispetto all’attuale difficile fase congiunturale e che era una delle nostre precise richieste – fa notare il presidente dell’A.P.P.I.A. Moreno De Col – punta a mettere in moto appalti di piccola taglia che rappresentano, nel panorama regionale, circa il 60% in termini numerici e il 15% in termini di valore, del totale dei lavori pubblici cantierati. La decisione di riservare nel bilancio di previsione regionale 2010 risorse per questa fascia dimensionale di lavori da destinare , mediante procedure semplici, a programmi di spesa da portare a compimento in tempi brevi, é sicuramente positiva e può costituire una buona occasione di lavoro per le imprese di minori dimensioni.”Le tipologie di opere ammissibili, riguardano la realizzazione di reti viarie, di reti idriche, di illuminazione di telecomunicazione, la costruzione o il rinnovo di edifici pubblici anche in funzione sismica, l’abbattimento di barriere architettoniche, la prevenzione incendi. Interessante il fatto che tali lavori non dovranno essere tra gli interventi già inclusi dai comuni nell’elenco dei lavori pubblici 2009 in quanto la finalità é appunto quella di stimolare lavori aggiuntivi creando quindi possibilità di nuovo lavoro per le imprese. Un’azione sicuramente apprezzabile che va nella giusta direzione anche a parere del direttore dell’Associazione Maurizio Ranon (nella foto) che non può non sottolineare come esista comunque uno squilibrio evidente tra provvedimenti anticrisi posti in atto da regioni a statuto ordinario e regioni a statuto speciale. E’ di questi giorni, continua Ranon, la decisione dell’amministrazione provinciale di Trento di portare la dotazione del fondo per le ristrutturazioni edilizie private da 30 a 85 milioni di euro in modo tale da garantire alle oltre 3400 domande pervenute un contributo pari al 30% dell’investimento. Ciò significherà che per i prossimi due anni le imprese edili trentine, in particolare quelle artigianali e medio piccole, avranno lavori certi per circa 300 milioni di euro anche considerata la scarsa permeabilità di quel territorio a presenze imprenditoriali esterne. Anche la crisi insomma si affronta con strumenti e risorse differenti tra territori vicini ampliando, se possibile, le differenze già esistenti. L’unica considerazione positiva é forse data dal fatto che le imprese trentine saranno molto impegnate a lavorare in casa e quindi ridurranno la loro presenza in provincia di Belluno. Ma non si tratta di una grande consolazione.