Qualche giorno fa è arrivata la decisione della Commissione che si sta occupando dello statuto regionale di non prevedere alcuna specifica dignità statutaria alla provincia di Belluno, con una conseguente assimilazione del nostro territorio al resto della montagna veneta. “Ci pare che questa decisione debba essere illustrata, spiegata e discussa a livello istituzionale – dice Luigi Curto (nella foto), presidente dell’Unione Artigiani e Piccola Industria – e non lasciata ai commenti occasionali e di rito delle forze politiche. Riteniamo, insomma, che sia quantomai opportuna e necessaria una verifica interna al nostro territorio per capire se quanto detto e sottoscritto sull’autonomia amministrativa da un centinaio di amministratori ed esponenti della società civile bellunese prima nel 2003 e, poi, nell’inverno del 2006 sia ancora un obiettivo condiviso. Da qui la richiesta al presidente dell’Amministrazione Provinciale Sergio Reolon, di convocare, quanto prima, gli “stati generali” della provincia.”
L’ultima volta si sono riuniti alla fine del 2003, quando all’unanimità gli “stati generali” della Provincia approvarono la proposta di specificità della provincia di Belluno, proposta che venne recepita dalla Commissione statuto ma respinta dal Consiglio Regionale. Nel 2006, poi, quasi cento tra sindaci, presidenti di comunità montana e di associazioni economiche e sociali accompagnarono con la loro firma la trasmissione alla Regione della proposta di legge approvata dal Consiglio Provinciale. “Da allora sono accadute molte cose compresi i referendum di Lamon e Sovramonte, quello di Cortina, Livinallongo e Colle Santa Lucia e quello di Sappada. E il malessere di questa Provincia continua a manifestarsi anche in queste settimane con altre iniziative referendarie, mentre la risposta delle forze politiche non sempre è coerente e troppo spesso sembra ispirata più a logiche di schieramento che all’interesse generale.”Quello chiesto dall’Uapi è, dunque, un chiarimento di tipo istituzionale, che coinvolge tutti i livelli della rappresentanza amministrativa, politica e sociale della provincia. “Le principali organizzazioni imprenditoriali, dei lavoratori e della società civile – conclude Curto – il 12 settembre dello scorso anno hanno lanciato nuovamente un forte richiamo al dovere di responsabilità e di coesione per garantire nello Statuto veneto l’autonomia amministrativa della provincia di Belluno. Ora, davanti a questa decisione della Commissione statuto, è giusto che i bellunesi sappiano cosa pensano realmente sull’argomento anche i loro amministratori e i loro rappresentanti. Spero che questa verifica venga fatta e che nessuno improvvisi qualche sceneggiata elettorale per evitare di dire come la pensa.”