La guerra ucraina e la crisi energetica hanno ulteriormente peggiorato lo scenario, mettendo in bilico la tenuta del sistema e vanificando la ripresa nel biennio 2022-23
Mestre, 21 settembre 2022 – E’ stato presentato il Rapporto Regionale PMI 2022, realizzato da Confindustria e Cerved, in collaborazione con Unicredit e Gruppo 24 Ore, che analizza gli andamenti e le prospettive delle 160 mila società italiane che – impiegando tra 10 e 249 addetti e con un giro d’affari compreso tra 2 e 50 milioni di euro – rientrano nella definizione europea di piccola e media impresa, e generano un valore aggiunto complessivo pari a 204 miliardi di euro. Lo studio tiene conto del conflitto russo-ucraino e della persistenza dei rincari sul mercato delle materie prime e analizza l’esposizione delle PMI italiane ai rischi climatici, ambientali e di transizione nelle diverse regioni.
«Nell’ultimo anno – commenta Davide Piol, Presidente Comitato Piccola Industria di Confindustria Veneto – le PMI hanno dovuto fronteggiare sia le conseguenze della pandemia sia un nuovo e inaspettato shock: quello del conflitto in Ucraina, il tutto all’interno di un contesto già di per sé sfidante sul fronte della transizione ecologica e digitale. L’attuale scenario internazionale e gli effetti sui rincari dei prezzi delle materie prime rischiano di pregiudicare, inesorabilmente, il processo di ripartenza. È in bilico la tenuta stessa del sistema e per questo è necessario mettere in campo azioni diversificate, orientate al sostegno della competitività delle aziende, vero motore per la ripresa del Paese. Per questo, i Comitati della Piccola Industria di Confindustria hanno individuato alcune proposte da attuare il prima possibile, tra cui: il rinnovo della moratoria di legge per le PMI; un intervento strutturato per la patrimonializzazione e il rafforzamento della struttura finanziaria delle imprese; l’utilizzo di strumenti come la leva fiscale o il rafforzamento degli schemi di garanzia a supporto delle emissioni obbligazionarie e di altri strumenti di debito per favorire la crescita dimensionale delle imprese; la proroga del “credito d’imposta per la quotazione delle PMI” e lo sviluppo della finanza alternativa. Occorre creare condizioni migliori e mettere a disposizione strumenti più efficaci per potenziare la patrimonializzazione delle imprese e rilanciarne gli investimenti, al fine di accompagnarle in un percorso di crescita e di innovazione.»