Belluno, 10 aprile 2021 – Presidio davanti alla Prefettura questa mattina dei sindacati Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil in rappresentanza dei lavoratori agricoli esclusi dal Decreto sostegni. A dar voce agli operai agricoli c’erano i segretari territoriali di Flai Cgil Sebastiano Grosselle e di Fai Cisl Corrado De Salvador.
Anche nel Decreto sostegni, per l’ennesima volta, i lavoratori stagionali dell’agricoltura sono stati esclusi da ogni tipo di ristoro. Le lavoratrici e i lavoratori agricoli, quelli che lavorano negli agriturismi e nel settore del florovivaismo e che hanno perso numerose giornate di lavoro a causa della pandemia, sono stati nuovamente discriminati, denunciano le sigle sindacali di categoria Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil.
Sono 1.900 i lavoratori stagionali del settore impiegati in provincia di Belluno che sono stati fortemente penalizzati dall’emergenza Covid e che non hanno ottenuto né bonus né sostegni né col Decreto di dicembre né con il recente Decreto Sostegni. Un esempio tra tanti è quello delle lavoratrici e i lavoratori degli agriturismi e del settore del florovivaismo che nel 2020 non hanno potuto lavorare e nemmeno raggiungere i requisiti utili per accedere alla disoccupazione agricola e non hanno ricevuto alcun tipo di ammortizzatore. Ma ci sono anche gli stagionali impiegati nella coltivazione e nella raccolta di frutta e verdura, indicati per tanti mesi come essenziali perché hanno assicurato cibo fresco sulle nostre tavole durante il periodo del lockdown.
Per questi motivi Fai, Flai e Uila chiedono alcune misure indispensabili a tutelare lavoratrici e lavoratori, quali il conteggio per l’anno 2020 delle stesse giornate di lavoro del 2019; l’introduzione del bonus per gli stagionali dell’agricoltura e la sua compatibilità con il reddito di emergenza; l’estensione della Naspi ai dipendenti a tempo indeterminato di imprese cooperative e dei loro consorzi.
Inoltre, nella piattaforma rivendicativa Fai, Flai e Uila hanno posto quali punti essenziali anche la richiesta di riconoscere la “clausola sulla condizionalità sociale” nella Politica agricola comune (PAC), affinché i contributi europei vadano solo a chi rispetta i contratti di lavoro e le leggi sociali; la contrarietà al tentativo di semplificare ancora di più l’uso dei voucher in agricoltura, con gravi ricadute sulle tutele e i diritti dei lavoratori; l’esigenza di rinnovare rapidamente i contratti provinciali, le cui trattative sono ormai bloccate da troppi mesi.