C’era un governatore particolarmente irritato per gli assembramenti verificatisi questo fine settimana, oggi nella consueta diretta Facebook. “Uno spettacolo immondo – ha detto Zaia – quello che è successo questo weekend in Veneto. Almeno 50mila persone sono arrivate in centro storico a Treviso”. In provincia di Belluno è andata un po’ meglio, sotto questo profilo, c’era un po’ di gente in Cansiglio, in Nevegal, il solito serpentone d’auto in rientro dal Cadore. Ma non certo assembramenti preoccupanti. Considerata la splendida domenica di sole che doveva fare la gente? Starsene chiusa in casa? La normativa consentiva gli spostamenti e gli italiani ne hanno approfittato. E il lunedì succede il finimondo. “Non si può andare avanti così – dice il governatore – . Gli assembramenti sono vietati per legge da maggio. Faremo una nuova ordinanza che sarà pronta entro questa settimana. Penso che anche a livello nazionale qualcosa sarà fatto”. “L’aspetto più negativo – ha sottolineato il governatore – è che i numeri dell’emergenza Covid continuano a crescere, rischiando di rendere vani gli sforzi fatti nei mesi scorsi. Il Veneto è rimasto in zona gialla grazie a un algoritmo matematico. Per passare in zona arancione bisogna avere un indice Rt superiore a 1.25. Oggi in Veneto l’Rt è a 0.98. Dal 16 dicembre la Germania andrà in lockdown, ma con un piano di ristori al 90%”.
All’incontro pomeridiano tenuto dal presidente Zaia con i sindaci dei capoluoghi di provincia, a prevalere pare sia la posizione attendista, lasciando al governo l’onere di intervenire con un nuovo Dpcm che ci porterà verso un lockdown duro a Natale.
Massaro ha riferito di una situazione drammatica in Veneto, con impennate di un migliaio di ricoveri in più al giorno di quelli che avevamo nella punta massima di marzo. E in provincia di Belluno ci sono le case di riposo al collasso per crisi di personale.