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Pantani e Contador, grandi scalatori di montagna

Marco Pantani

Le Alpi e le altre catene montuose sulle quali è possibile respirare aria pura e godere di un panorama mozzafiato sono lo scenario ideale per esaltare le grandi imprese dei ciclisti, in special modo i cosiddetti scalatori. Adesso che l’estate sta per finire è importante ricordare le grandi storie di sport di due tra i  ciclisti più abili nella specialità di salire con potenza e regolarità sulle cime più alte. Il primo è l’italiano Marco Pantani e il secondo è lo spagnolo Alberto Contador, entrambi dominatori della scena rispettivamente negli anni ’90 e a cavallo degli ultimi due decenni.

Tutti gli italiani ricordano con grande passione le imprese mirabolanti di Marco Pantani, per molti il più grande scalatore di tutti i tempi. Nato a Cesena nel 1970, il romagnolo aveva iniziato a farsi notare nei primi anni ’90, prima di dare dimostrazioni di talento assoluto a livelli altissimi nel 1994, anno in cui arrivò secondo al Giro d’Italia e terzo al Tour de France. Pochi anni dopo il suo talento nella scalata e l’abnegazione del campione predestinato e capace di soffrire come pochi lo portarono a una clamorosa doppietta Giro-Tour nell’estate del 1998, un momento di gloria totale descritto benissimo nel prossimo film su di lui in uscita a ottobre. Pantani era arrivato all’apice della carriera forse troppo presto, e da quel momento l’esigenza di continuare a essere il migliore di tutti fu troppo schiacciante e lo portò alla depressione e poi alla morte. Tuttavia, nella sua breve carriera, lo scalatore romagnolo avrebbe lasciato un ricordo stupendo nel cuore degli appassionati delle bici per via delle sue grandi esibizioni nelle scalate, quando non dava scampo ai suoi inseguitori staccandoli in maniera netta in pochissimi minuti. Erano senza dubbio altri tempi, tempi appunto nei quali gli scalatori potevano puntare alle vittorie dei grandi giri, a differenza di oggi, come dimostrato dal fatto che il grande favorito alla vittoria della prossima Vuelta di Spagna secondo le principali scommesse sportive sia Chris Froome, non certamente uno scalatore nato.

Dopo Pantani sarebbe arrivato invece Contador, nato a Madrid nel 1982 e fin da piccolo portato in bicicletta da suo padre e da suo nonno. Lo spagnolo avrebbe dimostrato anch’egli di essere un talento innato per lo sforzo fisico in salita e si sarebbe imposto nella sua prima grande corsa nel 2007, quando trionfò al prestigioso Tour de France davanti all’australiano Cadel Evans imponendosi alla distanza e facendo il vuoto principalmente nelle ultime cinque tappe. In seguito il madrileno avrebbe vinto due volte il Giro, un’altra volta il Tour e per ben tre volte la Vuelta di Spagna, la corsa alla quale era più legato emotivamente per una questione territoriale. Abilissimo nello sfruttare i momenti di debolezza e stanchezza degli avversari per salire sui pedali e staccare tutti gli altri, Contador è stato senza dubbio il grande erede di Pantani, dimostrandosi tra l’altro molto più continuo in quanto a rendimento e più forte dal punto di vista mentale, per ritirarsi nel 2017 alla veneranda età di 35 anni con il sorriso sulle labbra e un palmarès di tutto rispetto.

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