Il Lions Club di Belluno ha organizzato ieri, presso il Centro Giovanni XXIII di Belluno, un convegno con il Segretario della Cgia di Mestre Renato Mason dal titolo: “Veneto e Belluno a che punto siamo?”
“Abbiamo voluto quest’incontro con l’autorevole Centro Studi della Cgia di Mestre per dare modo a tutti noi di capire dove la nostra società ed economia sta andando.
Ringrazio il dottor Mason e il suo collaboratore Daniele Nicolai per avere accettato il nostro invito”. Così si è espresso il presidente del Club Antonio Parade aprendo i lavori.
Non è stato un incontro scontato; il dr. Mason, partendo da dati e analisi, ha tracciato un quadro crudo, per certi aspetti allarmante, dell’andamento economico e sociale del Veneto e del Bellunese.
“La mia organizzazione sindacale, – ha esordito il segretario Mason – investe le risorse delle attività di servizio nel Centro Studi e ciò permette quell’autonomia finanziaria che ci rende liberi da condizionamenti esterni. Non sempre quello che emerge dalle nostre analisi è gradito, ma il compito che ci siamo prefissati è quello della verità dei numeri, cercando di valorizzare, rappresentare e difendere l’artigianato e le piccole imprese. Attività non semplice, perché i big data bisogna organizzarli, saperli leggere e interpretare”. Ha poi aggiunto: “Come Veneto dobbiamo avere un’invidia positiva per l’Emilia Romagna che ha un trend positivo di crescita”. Il noto relatore, si è poi soffermato sull’indice di crescita italiano, tendenzialmente negativo, la “desertificazione imprenditoriale”, i contraccolpi delle guerre dei dazi fra Usa e Cina e delle varie tensioni nel mondo. Sono stati poi presentati gli indici della spesa dello Stato nelle regioni italiane e da questi emerge chiaramente che Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna sono le regioni a minor intervento dello Stato. Ha poi segnalato come non sia un caso che le richieste di autonomia siano partite dalle regioni con un gettito fiscale più elevato: il Veneto, la Lombardia e l’ Emilia Romagna.
Rispondendo alle varie domande dei presenti, Mason ha approfondito alcuni temi come il ricambio generazionale. “A situazione attuale, nei prossimi cinque-sette anni la provincia di Belluno necessiterà di circa 4-5.000 persone per il turnover; i dati demografici ci dicono che non ci saranno, che i giovani laureati, preparati, se ne stanno andando.” Ha poi aggiunto:” Non è solamente un problema di risorse economiche. In provincia di Belluno ci sono Comuni che hanno a disposizione avanzi di bilancio importanti, che sommati ai residui attivi, costituiscono cifre significative non spese. C’è il Fondo Brancher che da due anni non ha erogato i fondi previsti mettendo in difficoltà la programmazione d’interventi e aziende che hanno fatto i lavori. I bellunesi devono avere le idee chiare su cosa fare. Ad esempio: dopo varie riunioni, la Regione Veneto aveva proposto alla Provincia di Belluno due soluzioni per il Trenino delle Alpi. Una decisione che doveva essere assunta a breve per non perdere le risorse. Cosa hanno invece deciso i Sindaci?: Una terza soluzione, con il rischio di affossare l’iniziativa”.
Il segretario Mason ha infine aggiunto: “La provincia di Belluno deve avere una classe dirigente politica, economica, sociale di rappresentanza, capace di affrontare con coraggio i problemi sul tavolo: la denatalità, l’emigrazione dei laureati, la monocoltura dell’occhiale, i servizi, la viabilità, le infrastrutture, ecc. Io sono disponibile a collaborare”.