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Maltempo e frane. Azzalin (PD): “A Cortina non può essere un’emergenza continua. Inaccettabile sentire ancora l’assessore Bottacin dire che ‘sono allo studio varie soluzioni’. La Regione non può limitarsi a chiedere lo stato di crisi”

Graziano Azzalin – consigliere regionale Pd

Venezia, 3 agosto 2018  –  “La storia purtroppo si ripete: i corsi d’acqua esondano e la Regione si attiva per chiedere lo stato di crisi. Manca però una strategia complessiva, una scaletta di priorità. È inaccettabile sentire ancora l’assessore Bottacin dire che ‘sono allo studio varie soluzioni’. Visto che Zaia si sta battendo per avere le Olimpiadi invernali, seppur in condivisione, nella candidatura sarà possibile mettere una postilla con scritto ‘Territorio sicuro’?”.

Il consigliere del Partito Democratico Graziano Azzalin interviene sulla ‘bomba d’acqua’ che ha colpito Cortina nella notte tra mercoledì e giovedì, a un anno di distanza dalla tragedia di Alverà.

“Non è questa la sede per puntare il dito sull’eccessiva edificazione del territorio, anche se prima o poi una riflessione seria andrà fatta. Resta il fatto che episodi del genere continuano a ripetersi e la richiesta dello stato di crisi non può essere l’unica risposta. Com’è possibile che non ci sia un elenco degli interventi prioritari per arginare situazioni simili e tenerle sotto controllo? Cosa sta facendo la Regione come Genio civile e Unità forestale? I servizi forestali intervengono quasi sempre ex post. Siamo reduci in Consiglio da una discussione sull’autonomia di Belluno, è ovvio che le ‘buone intenzioni’ saranno solo parole inutili fin quando non saranno trasferite risorse e personale veri per gestire situazioni simili, come previsto dalla Legge 25. Belluno chiede la stessa cosa che Venezia pretende da Roma. O forse Zaia pensa che a Belluno ci sia chi fabbrica i soldi?”.

“Si affrontino e si risolvano finalmente questi problemi che riguardano sul serio la quotidianità di chi vive la montagna. Se proprio si vuole andare in Marmolada, si vada ma per approvare un piano preciso di interventi per la sicurezza idrogeologica, con tanto di elenco di priorità, programmazione degli interventi straordinari accompagnati da una costante manutenzione ordinaria e, naturalmente, assegnando i finanziamenti necessari. Altrimenti è aria fritta e sarebbe meglio ammainare la bandiera di San Marco che sventola ad alta quota”.

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