E’ una mostra “in viaggio” quella dedicata al “ritrattista delle Dolomiti”, che, allestita a Pieve di Cadore (Belluno) e ad Asolo (Treviso) in modo complementare, viene raccontata anche attraverso serate di approfondimento come quelle in programma mercoledì 25 luglio a Comelico Superiore e giovedì 2 agosto a San Vito di Cadore. Interverrà Matteo Da Deppo, responsabile dei Musei della Magnifica Comunità di Cadore e curatore della personale di Talamini.
Ottimo l’afflusso nel primo mese di apertura, Pieve di Cadore registra circa 25 visitatori al giorno, fino a 40 al giorno nei weekend.
Due mostre complementari, che tracciano un percorso artistico – turistico tra Pieve di Cadore (Belluno) ed Asolo (Treviso), celebrano nella ricorrenza dei cent’anni dalla morte la pittura di Guglielmo Talamini, pittore cadorino che amò le Dolomiti e i colli asolani traendone grande ispirazione: si intitolano “Guglielmo Talamini 1918 – 2018: le origini, l’arte, la solitudine tra le Dolomiti e Asolo” e non solo saranno visitabili fino al 14 ottobre al Museo civico di Asolo e al Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore, ma vengono anche raccontate attraverso incontri di approfondimento, come quelli in programma mercoledì 25 luglio alle 20.30 alla Sala della Regola di Padola a Comelico Superiore (Belluno) e giovedì 2 agosto alle 20.30 nella Sala Ex Asilo di san Vito di Cadore (Belluno), ad ingresso libero.
I due appuntamenti saranno condotti da Matteo Da Deppo, responsabile dei Musei della Magnifica Comunità di Cadore e curatore della personale di Talamini a Pieve di Cadore, che spiegherà chi fosse l’artista, celebrato in vita ma presto dimenticato dopo la morte prematura, e quali siano le peculiarità della sua pittura. L’obiettivo è incuriosire e invitare abitanti e turisti a visitare la mostra di Pieve e magari spingersi anche nel Trevigiano, a scoprire quella di Asolo: nel primo mese di apertura si è registrato già un ottimo afflusso, circa 25 visitatori al giorno con punte di 40 nei weekend (apertura al pubblico: tutti i giorni con orario 10 – 12.30 e 15.30 – 18.30).
Guglielmo Talamini, artista originario di Vodo di Cadore vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento inseguendo tenacemente la propria vocazione, è considerato il pioniere di una nuova forma d’arte per l’alto Veneto, che vede l’inserimento di nuove forme pittoriche e lo stravolgere degli antichi valori classici. La sua pittura evolve nel corso della sua esistenza dal realismo stringente della ritrattistica ad un evidente classicismo. I due periodi pittorici si legano l’uno in modo più spiccato al Cadore e l’altro ad Asolo, sottolineando come i due “luoghi del cuore” di Talamini abbiano influenzato il suo sguardo e il suo stile: per questo sono state scelte come opere simbolo della duplice esposizione “Notturno di Borca di Cadore” (primi anni del Novecento) per Pieve di Cadore e “Vendemmia asolana” (1914), la sua opera grande, per Asolo.
Le due mostre. L’esposizione di Pieve di Cadore, allestita nel Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore che dal 1931 ospitò la Pinacoteca Talamini (il più antico museo di arte contemporanea del Cadore), è incentrata sulla riscoperta delle origini cadorine e montane del pittore, che rappresenta il pioniere dell’arte del Novecento nell’alta provincia di Belluno. Egli è testimone e narratore dei paesaggi e dei volti della gente cadorina della fine dell’Ottocento e dell’inizio del Novecento e l’esposizione di Pieve permette al visitatore di conoscere i volti e gli spaccati di vita rurale del primo Novecento, in un’analisi completa dell’opera di ricerca sul paesaggio delle Dolomiti venete. Talamini racconta la sua terra natia immortalandone i paesaggi e soprattutto le genti, indagando sui volti segnati dal tempo e dai sentimenti; i suoi ritratti sono particolarmente intensi, in essi riesce a cogliere le sfumature degli sguardi e a intravvedere i pensieri di cui gli occhi sono specchio. L’esposizione si svilupperà seguendo due grandi tematiche: “Il Cadore, la famiglia, la sua gente” e “Il paesaggio dolomitico”. Inoltre, come ha specificato Massimo De Grassi, docente dell’Università di Trieste che ha curato il catalogo della mostra, “Nei quadri esposti a Pieve di Cadore sono condensate tutte le tecniche sperimentate da Talamini: egli spaziò infatti senza condizionamenti di mercato. Particolare è ad esempio la tecnica della velatura a pastello”.
A Vodo di Cadore, inoltre, è possibile visitare la seicentesca casa di famiglia di Talamini, dove egli nacque.
L’esposizione di Asolo è invece incentrata sulla ricostruzione storico – artistica attorno all’opera simbolo del periodo asolano, “La vendemmia asolana”, una tela di grandi dimensioni in cui è sintetizzata l’intera parabola artistica del pittore: dalla ricerca condotta sul paesaggio, realizzato con sfumature di colore, allo studio della dimensione rurale e contadina, che pian piano stava scomparendo, all’inserimento del divino attraverso la rilettura della mitologia classica. Partendo dall’opera sarà possibile ripercorrere lo studio sulla figura e sul paesaggio, passando dai volti degli abitanti di Asolo all’analisi della luce della natura, dalle sperimentazioni audaci influenzate dalle avanguardie di primo Novecento alla riscoperta della figura classica, tratta dal repertorio delle muse mitologiche. La mostra asolana approfondirà quattro filoni tematici: “Guglielmo Talamini e Asolo”, “La vendemmia asolana e il tema delle muse”, “La luce della natura” e “Sperimentazioni”.
La duplice mostra non costituisce solo l’occasione per approfondire la conoscenza dell’arte veneta del Novecento e per scoprire la pittura di uno dei suoi protagonisti, essa rappresenta anche un progetto di promozione del territorio, condivisa anche dalle varie associazioni di categoria delle due aree coinvolte, che si pone l’obiettivo di collegare la realtà culturale e paesaggistica della montagna e quella della pianura.
Al progetto è dedicata anche una speciale bottiglia di Asolo Prosecco Docg della Azienda Agricola Dal Bello di Asolo, che riproduce nell’etichetta il quadro “Vendemmia asolana”.