Dopo che la Regione Veneto, con assessore bellunese all’Ambiente Bottacin, ha dato parere favorevole alla procedura VIA (Valutazione impatto ambientale) lavandosi le mani della questione per lasciare l’ultima parola allo Stato sul progetto dell’elettrodotto Terna nella Valbelluna, intervengono i Comitati civici.
“Se guardiamo da dove siamo partiti quattro anni fa – recita la nota dei Comitati civici della Valbelluna – avremmo messo la firma per ottenere delle prescrizioni (come l’interramento) sul progetto di razionalizzazione della rete di trasmissione nazionale (RTN) nella media valle del Piave. Ora invece siamo delusi, perché arrivati ad un passo dal rifare l’opera, il che avrebbe portato beneficio a tutti i veneti, dobbiamo arrangiarci ancora una volta con le nostre forze.
Prima – proseguono i Comitati – abbiamo combattuto contro i Comuni, per convincerli dell’assurdità di questo progetto; poi contro la Provincia, con la presidente che sottoscrive una proposta di legge (depositata in Parlamento) per interrare le linee con i socialisti e poi per Auronzo si fa convincere da Terna che i tralicci funzionano meglio; infine con la Regione dei “Paroni a casa nostra”, che a fronte di un mandato preciso del consiglio regionale (definito con la risoluzione 72/2014) tergiversa dimostrando una disarmante debolezza politica.
Ora la battaglia si sposta contro lo Stato. La palla è in mano ad una commissione V.I.A. scaduta da anni, e finita sui giornali per la presenza al suo interno di membri dall’etica alquanto dubbiosa. Non parliamo poi delle associazioni ambientaliste, che sembrano più succursali dei partiti politici che effettivamente interessate alla tutela e allo sviluppo del territorio: se escludiamo Italia Nostra, nessuno ha mosso un dito in questi quattro anni.
Non importa.
Siamo pronti per i ricorsi. Meglio soli che male accompagnati. Siamo un gruppo di cittadini liberi, senza appartenenze politiche e una cosa è certa: non ci fermeremo, perché non siamo pagati o sovvenzionati da nessuno e vogliamo solo il bene per il nostro territorio, a differenza di chi si muove solo a comando.
Grazie al nostro lavoro, una coscienza si è svegliata, tanto che Terna ha cambiato metodo per il prosieguo delle opere nel Bellunese, decidendo di concertarle meglio con il territorio e le sue comunità. Le infrastrutture vanno realizzate se servono, ma vanno fatte bene. Non certo come questo progetto, che dopo anni necessita ancora di prescrizioni, e che subirà ricorsi. A questo punto ci chiediamo per l’ennesima volta: non era meglio rifarlo”?