“Dopo la grande contrazione di imprese durante la crisi il saldo delle iscrizioni e cessazioni tende a normalizzarsi, e questo è un bene.”
Lo dice il presidente della Camera di Commercio di Treviso e Belluno Mario
Pozza.
“Però non basta – prosegue – . Siamo ancora dentro dei tendenziali negativi. Bisognerebbe che nascessero più nuove imprese, troppo poche ancora le start up.
Ma perché questo accada occorre rimuovere ulteriori vincoli normativi e fiscali che bloccano sul nascere la voglia di fare impresa soprattutto tra i giovani.”
Ecco i dati della Provincia di Belluno
In provincia di Belluno, al 30 settembre, si conta uno stock di 14.489 sedi attive, sostanzialmente in linea (-8 unità) con quanto rilevato al 30 giugno 2016. Su base annua emerge invece una più consistente flessione (-169 imprese, -1,2%), che è in realtà prosecuzione dell’andamento decrescente che caratterizza da qualche tempo l’area
provinciale.
L’analisi puntuale rivela flessioni più pronunciate nel settore edile (-12 sedi rispetto a giugno 2016) e nel commercio (-14), in prevalenza per effetto di chiusure negli esercizi al dettaglio (-10 unità). Nel comparto industriale, che nel passato ha scontato un’ampia scrematura, la flessione trimestrale è più contenuta (-5 unità).
Senza dubbio positivo, invece, il bilancio delle altre attività del terziario sospinte dal settore turistico (+12, essenzialmente rifugi di montagna e ristoranti) e dai servizi alle imprese (+15).
In sostanziale tenuta, rispetto ai picchi discendenti del 2015, il settore artigiano che, rispetto a fine giugno, avanza di 4 unità. Il dato tendenziale resta tuttavia negativo (-59 imprese, rispetto alla situazione a settembre 2015).
Analisi cumulata delle iscrizioni e delle cessazioni ai primi 9 mesi del 2016 Il saldo cumulato delle iscrizioni e cessazioni d’impresa, ai primi 9 mesi dell’anno, risulta pressoché in equilibrio (-5). Ciò al netto delle cessazioni d’ufficio.
Le iscrizioni sono 647, ordine di grandezza analogo al biennio precedente. Le cessazioni non d’ufficio sono 652, in lieve calo rispetto a quanto rilevato nello stesso periodo dell’anno precedente (663).
Start up e reti d’impresa
Il fenomeno delle start up sembra non attecchire in provincia: a oggi si contano solo 7 imprese, due in più rispetto a settembre 2015. Belluno si configura fanalino di coda in ambito regionale, ben lontana dalla penultima Rovigo che ne ha 24. Il settore economico più interessato è quello dei servizi alle imprese (4 nuove aziende), mentre agricoltura,
manifatturiero e commercio annoverano un’unità ciascuno.
In lievissimo aumento (+3) anche le forme aggregative d’impresa: a ottobre 2016 risultano attivati in provincia di Belluno 21 contratti di rete. Ben più interessante appare, però, l’incremento dei soggetti coinvolti, passati in un anno da 20 a 47.
Dati della Provincia di Treviso
La situazione congiunturale Al 30 settembre 2016 lo stock di imprese attive provinciali, pari a 80.024 unità, risulta quasi stazionario rispetto al trimestre precedente (-2 unità). Il confronto su base annua (settembre 2016 su settembre 2015) fa emergere un trend ancora negativo (-673 unità; -0,8%).
Rispetto a giugno 2016, i settori maggiormente in contrazione risultano essere il manifatturiero (-48 imprese), le costruzioni (-40), il commercio al dettaglio (-41 imprese).
Crescono invece le attività terziarie: +64 imprese si contano nei servizi alle imprese (attività professionali, servizi ICT, servizi di supporto); +27 nei pubblici esercizi; +34 nei servizi alle persone.
Sempre rispetto a giugno 2016, l’insieme delle imprese artigiane risente nel complesso di una variazione di stock più negativa (-69 imprese, che passano da 23.387 a 23.318 unità).
Mancando nella componente artigiana il terziario, il comparto è fisiologicamente più interessato dalle contrazioni del manifatturiero e delle costruzioni, sopra citate: cui si aggiunge la contrazione del settore trasporti (-20 imprese).
Analisi cumulata delle iscrizioni e delle cessazioni ai primi 9 mesi del 2016 L’analisi dei flussi delle iscrizioni e delle cessazioni, effettuata sui primi nove mesi degli ultimi tre anni, evidenzia in primo luogo una stabilizzazione del saldo: resta negativo in provincia di Treviso (-109 imprese, al netto delle cessazioni di ufficio) ma sostanzialmente in linea con quanto rilevato nel biennio precedente.
In questo quadro, si nota peraltro un lieve recupero delle iscrizioni, soprattutto tra il 2015 e il 2016: passano da 3.757 a 3.839 (+82). Piccolo indizio di un tornare a fare impresa: sebbene, occorre sottolinearlo, dietro il fenomeno delle iscrizioni non c’è necessariamente una nuova impresa ma anche una possibile trasformazione d’impresa.
Start up e reti d’impresa
Se in effetti si focalizza l’attenzione sul fenomeno delle start up, se ne contano 29 in più in provincia di Treviso rispetto allo scorso anno, per uno stock (al 10 ottobre 2016) di 107 unità.
Per numero di start up la provincia di Treviso si colloca al secondo posto in Veneto, dopo la provincia di Padova che ne ha 126. A livello nazionale siamo al 13° posto. I primi 5 posti sono appannaggio delle grandi città: ma al sesto e settimo posto si collocano le provincie di Modena e di Trento, con rispettivamente 166 e 144 start up.
Dando uno sguardo alla distribuzione delle start up trevigiane per settori economici se ne contano 73 nei servizi alle imprese (68% del totale), 23 nel manifatturiero (21,5%), 5 nei servizi alle persone (4,7%), 4 nel commercio (3,7%), mentre le rimanenti 2 unità si collocano nelle public utilities.
Aumentano anche le forme aggregative d’impresa. Sempre con riferimento ad ottobre 2016 risultavano attivati, in provincia di Treviso, 122 contratti di rete con un aumento di ben 38 unità rispetto a settembre 2015.