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Banca Popolare di Vicenza. La senatrice Bellot chiede giustizia per i risparmiatori: “Sequestro preventivo dei beni di Zonin e dimissioni del governatore della Banca d’Italia”

Raffaela Bellot, senatrice
Raffaela Bellot, senatrice

“Si faccia velocemente chiarezza e giustizia sul crollo del valore delle azioni della Banca Popolare di Vicenza, un tonfo che ha gettato sul lastrico migliaia di famiglie. Concordo col presidente di Federcontribuenti Marco Paccagnella: l’immenso patrimonio nella disponibilità dell’ex presidente Bpvi, indagato per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza, venga sequestrato preventivamente.

Le eventuali responsabilità, naturalmente, le dovrà accertare la magistratura, nella quale ripongo come sempre grande fiducia. Ma la manifestazione andata in scena ieri mattina sotto la villa cinquecentesca di 18 mila metri quadri di Zonin (che leggendo gli articoli odierni sulla stampa locale e nazionale pare l’abbia regalata al figlio Michele) non può passare sottotraccia”. Così la senatrice di Fare! Raffaela Bellot in merito all’ennesimo episodio relativo all’istituto bancario. La Bellot continua: “Col crac di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza sono andati in fumo più soldi di quelli bruciati dal caso Parmalat. Un immenso scandalo che al più presto deve avere nomi e cognomi.
Basta discutere su come addossare ai risparmiatori e agli investitori il costo delle politiche fallimentari e fraudolente degli istituti bancari. A gennaio, in Senato, è  stata presentata una mozione, di cui sono prima firmataria, che chiede al Governo di intervenire per quanto di competenza e di avviare il procedimento di revoca del Governatore della Banca d’Italia. È  tempo che il Governo agisca con un atto forte che faccia prendere le distanze dalla silente connivenza che ad oggi sembra adoperare l’argomento.
Spetta a Banca d’Italia il compito di contribuire alla stabilità del sistema finanziario italiano, di vigilare sullo stato di salute degli istituti di credito del Paese,  sull’operato dei loro dirigenti e di tutelare i clienti dei rispettivi istituti.
Mi sembra evidente che la missione è clamorosamente fallita. Per cominciare davvero a fare pulizia e mettere ordine è necessario che chi non è stato all’altezza del suo compito venga rimosso.
Da gennaio attendiamo che in Aula del Senato si discuta la mozione a mia prima firma. Ma ad oggi, pur con continui solleciti, solo silenzio.”
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