Seppure sulla buona strada, bisogna proseguire e non mollare. Anciveneto resta in prima linea nella battaglia per i piccoli comuni, monitorando tutte le azioni del Governo. Anche se c’è una discreta soddisfazione per i quasi 30 milioni di euro concessi nel Fondo di solidarietà comunale (seppure a fronte dei 50 originariamente richiesti), che saranno utilizzati prevalentemente dalle municipalità di piccole dimensioni, l’Associazione dei Comuni Veneti reitera con forza le proprie richieste.
Una è di eliminare il patto di stabilità dai piccoli comuni, esteso dal 2013 anche a quelli con popolazione dai mille ai 5mila residenti, liberando la possibilità di fare investimenti e di dare nuovo impulso all’economia locale e non solo.
Un’altra è di rimuovere definitivamente l’Imu agricola. Quindi, ed è la più importante, di togliere l’obbligo per i comuni sotto i 5mila abitanti di associare nove funzioni fondamentali entro il 31 dicembre prossimo.
«Fermo restando di incoraggiare l’associazionismo virtuoso –spiega la presidente di Anciveneto Maria Rosa Pavanello- il processo di mettere assieme i servizi deve passare attraverso un percorso condiviso dei comuni interessati».
La stessa presidente lo ha già ribadito in due precedenti riunioni a settembre dell’Anci nazionale, rispettivamente dell’ufficio di presidenza e del comitato direttivo. Posizione ripresa più volte dal coordinatore dei Piccoli comuni dell’Anci nazionale, Massimo Castelli: «Imporre
certe scadenze per le funzioni associate porta a unire le debolezze. Il lavoro fin qui portato avanti, che ha già dato i propri frutti, proseguirà in maniera ancora più determinata».