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venerdì, Settembre 20, 2024
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AnciVeneto: bene l’apertura per i piccoli Comuni, ma non ci si fermi qui

Seppure sulla buona strada, bisogna proseguire e non mollare. Anciveneto resta in prima linea nella battaglia per i piccoli comuni, monitorando tutte le azioni del Governo. Anche se c’è una discreta soddisfazione per i quasi 30 milioni di euro concessi nel Fondo di solidarietà comunale (seppure a fronte dei 50 originariamente richiesti), che saranno utilizzati prevalentemente dalle municipalità di piccole dimensioni, l’Associazione dei Comuni Veneti reitera con forza le proprie richieste.

Una è di eliminare il patto di stabilità dai piccoli comuni, esteso dal 2013 anche a quelli con popolazione dai mille ai 5mila residenti, liberando la possibilità di fare investimenti e di dare nuovo impulso all’economia locale e non solo.
Un’altra è di rimuovere definitivamente l’Imu agricola. Quindi, ed è la più importante, di togliere l’obbligo per i comuni sotto i 5mila abitanti di associare nove funzioni fondamentali entro il 31 dicembre prossimo.

Maria Rosa Pavanello, presidente Anci Veneto
Maria Rosa Pavanello, presidente Anci Veneto

«Fermo restando di incoraggiare l’associazionismo virtuoso –spiega la presidente di Anciveneto Maria Rosa Pavanello- il processo di mettere assieme i servizi deve passare attraverso un percorso condiviso dei comuni interessati».
La stessa presidente lo ha già ribadito in due precedenti riunioni a settembre dell’Anci nazionale, rispettivamente dell’ufficio di presidenza e del comitato direttivo. Posizione ripresa più volte dal coordinatore dei Piccoli comuni dell’Anci nazionale, Massimo Castelli: «Imporre
certe scadenze per le funzioni associate porta a unire le debolezze. Il lavoro fin qui portato avanti, che ha già dato i propri frutti, proseguirà in maniera ancora più determinata».

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