La giornata del 6 novembre, nell’ambito della rassegna culturale “Passi e trapassi”, vedrà protagonisti la morte e l’amore.
Alle 18.15, l’appuntamento è alla libreria Mondolibri/Gulliver di via Mezzaterra a Belluno, dove la scrittrice Silvana De Mari partirà dal suo libro Il cavaliere, la strega, la morte e il diavolo, nove racconti e un breve saggio, per parlare della morte.
Perché scrivere sulla morte? Perché tutte le storie raccontate dagli uomini, dalle donne o dai bambini, dall’inizio del mondo, parlano della morte, anche quelle dove la morte non compare, dove tutto va bene. E ancora, perché la nostra capacità di raccontare nasce, secondo l’autrice, per ingannare l’attesa della morte, la coscienza che l’essere umano è mortale.
Silvana De Mari, tradotta in 18 lingue, è un medico. Vive a Torino. Tra i suoi libri vanno ricordati alcuni fantasy di straordinario successo: La bestia e la bella, L’ultimo elfo, L’ultimo orco, Gli ultimi incantesimi, il saggio Il drago come realtà e il romanzo Il gatto dagli occhi d’oro.
Per ulteriori informazioni, si può visitare il sito www.silvanademari.com
Alle 20.30, ci si sposterà in Sala Bianchi, per la conferenza della docente di lettere Maria Grazia Lui, dal titolo “Orfeo ed Euridice, un viaggio attraverso il Mito”, nella quale si racconterà, spaziando dai versi di Ovidio fino ad alcune recenti rivisitazioni, della storia di Orfeo ed Euridice e del loro amore senza fine che, pur eccezionale e sconfinato, non può sottrarsi alle leggi dell’universo.
Oltre all’amore, i molteplici temi chiamati in causa da questo famosissimo mito, come l’arte e l’elemento misterico, sono alla base di una fortuna senza pari nella tradizione letteraria, filosofica, musicale, pittorica e scultorea dei secoli successivi.
Maria Grazia Lui è, tra l’altro, autrice del libro Luceat eis. Il cimitero vecchio di San Vito di Cadore, un interessante viaggio tra le cose della morte, descritto con toni pacati ed eleganti. Suggestiva l’atmosfera del piccolo cimitero che torna a vivere nel racconto delle vite e del volto dei suoi occupanti.