Le difficoltà per l’edilizia bellunese proseguono anche nel primo trimestre del 2014 e il decreto “Sblocca Italia” non riuscirà certo a risolverle. Ance Belluno, Categoria Edilizia di Confartigianato Imprese Belluno e Unione Costruzioni Appia-CNA di Belluno sottolineano le criticità del provvedimento del governo, ad iniziare dall’impostazione e dall’insufficienza delle risorse previste: «Poche per dare l’impulso che serve ad un settore piegato dalla crisi e troppa attenzione alle grandi opere che, al di là degli effetti collaterali che possono alimentare, non aiutano le piccole e medie imprese».
Anche gli ultimi dati confermano che il quadro resta preoccupante, a Belluno come nel resto del Veneto. Nel primo trimestre 2014, sulla base dell’indagine VenetoCongiuntura, il fatturato delle imprese di costruzioni ha registrato un’ulteriore flessione (-0,5%), anche se più lieve rispetto allo stesso periodo del 2013. Ma per la nostra provincia il dato è ancor più negativo: -1,1%, peggio è andata solo a Verona e a Venezia. Negativa anche la percentuale relativa agli ordini: in questo caso a Belluno va la “maglia nera” del Veneto, con una flessione del 2,4%, a fronte di una media regionale di -0,7. A Venezia il calo è stato dell’1,4%, a Padova dell’1,1%, mentre nelle altre realtà è andata decisamente meglio, anche se solo Vicenza e Rovigo segnano performance lievemente positive (+ 0,2%). In questo scenario ancora a tinte fosche, tiene l’occupazione: Belluno perde appena lo 0,1%, rispetto ad una media veneta che è dell’1,1%.
«Come emerge da questi dati – commentano Ance Belluno, Categoria Edilizia di Confartigianato Imprese Belluno e Unione Costruzioni Appia-CNA di Belluno – il settore soffre ancora. Le aziende continuano ad attenersi delle politiche incisive da parte delle istituzioni, che al momento non ci sono. I 3,8 miliardi previsti dal decreto “Sblocca Italia” per le grandi opere, cui si aggiungono alcune centinaia di milioni per quelle minori, non sono sufficienti per dare uno choc positivo all’economia. In particolare, ci aspettavamo più attenzione per queste ultime: i grandi appalti, oltre a prestarsi a pericolose degenerazioni, non aiutano le piccole e medie imprese, che rappresentano la spina dorsale non solo del nostro settore, ma dell’intera economia italiana».
«Detto questo – fanno sapere ancora le tre associazioni di categoria – nel decreto appena licenziato dal governo c’è anche qualche proposta positiva. Sulla casa, ad esempio. Bene la possibilità della sola comunicazione per fare i lavori, bene il regolamento unico edilizio in tutti i comuni e bene anche la misura sull’acquisto delle case finalizzate all’affitto a canone concordato. Ma da qui a dire che queste misure possano bastare a risollevare il settore ce ne passa».
«Se le misure del governo nazionale sono insufficienti – concludono Ance Belluno, Categoria Edilizia di Confartigianato Imprese Belluno e Unione Costruzioni Appia-CNA di Belluno – a livello regionale le cose vanno addirittura peggio. Al di là delle polemiche politiche, resta l’assoluta indifferenza della giunta per il territorio bellunese e le sue problematiche. Ricordiamo ancora una volta che dei 71,10 milioni di euro stanziati per i lavori di natura idraulica (considerando quanto previsto dalla DGR 537/2014 e DGR 542/2014) alle opere bellunesi sono destinati appena 5,4 milioni, pari al 7,6% a fronte di un territorio che occupa circa il 20% della regione. E questo è solo un esempio…».