“Il nodo delle professioni turistiche va affrontato una volta per tutte dal Parlamento sia per dare certezze ai lavoratori sia per fare in modo che non ci siano figure professionali diverse da Regione a Regione, fatto che può disorientare gli stessi turisti”.
A dirlo è il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale Dario Bond dopo che l’aula ha approvato la legge che istituisce gli accompagnatori di media montagna.
“Sostengo questa iniziativa perchè può creare lavoro soprattutto tra i giovani e gli over 50 delle aree montane, quelle più colpite dalla crisi. Ovviamente la Regione dovrà monitorare attentamente i percorsi formativi con l’obiettivo di puntare il più possibile sulla qualità del servizio”.
Per Bond resta il nodo generale: “I parlamentari veneti a Roma pongano la questione: le professioni turistiche devono trovare dignità in una legge quadro nazionale. Non è possibile che professioni come quella delle guide turistiche e degli accompagnatori turistici, solo per fare un esempio, siano ancora regolamentate dalle leggi di pubblica sicurezza degli anni Trenta e spesso nella prassi confliggano con le normative comunitarie sulla libera circolazione dei lavoratori, senza contare che nelle varie Regioni ci sono diverse prassi sia nella tenuta dei registri che nell’organizzazione dei corsi formativi”.
“Il turismo è un mondo variegato con esigenze che mutano nel corso del tempo. Oggi ci troviamo di fronte a una domanda crescente di cultura, in particolare i turisti non si accontentano più della mera passeggiata o della tintarella sulla spiaggia, ma vogliono conoscere i contesti con il loro patrimiono storico, artistico ed enogastronomico. Vale per la montagna ma anche per il mare: pensiamo solo ai tanti appassionati di botanica o mineralogia. In Francia ci sono guide marine che spiegano la classificazione delle conchiglie e che sono andate ad affiancare i bagnini. Insomma, spesso ci concentriamo sulle strutture e sulle infrastrutture turistiche, ma quello delle professioni è un campo da aggiornare e gestire coordinandoci anche con le altre Regioni. Solo così il turismo, che è la prima industria del Veneto, può continuare a essere competitivo sui mercati e intercettare le domande di turisti sempre più esigenti e alla ricerca di stimoli culturali”.