Sabato 6 aprile alle ore 17 presso le ex scuole elementari di Listolade a Taibon Agordino, si è tenuto il penultimo di una serie di incontri rivolti alla popolazione per spiegare le motivazioni del Referendum del 21-22 aprile 2013.
Marinella Piazza e Stefano del Favero, referenti Bard del Cadore, hanno portato la loro testimonianza riguardante la trasformazione da zona industriale a zona depressa del Cadorino. Nell’Agordino invece, la crisi non è arrivata in maniera così forte, vista la presenza della Luxottica, che mantiene una certa ricchezza sul territorio. I due rappresentanti del Movimento Bard hanno inoltre sollevato la questione riguardante le centraline idroelettriche. Ci sono infatti circa 120 concessioni in attesa di autorizzazione che andrebbero a sfruttare quel 10% di acqua rimasta. Strutture di privati con introiti minimi per i comuni in cui viene costruita la derivazione.
“Il Referendum è l’unico strumento democratico e pacifico di cui il Comune dispone, per esprimere il proprio parere sul distacco dalla Regione Veneto e l’accorpamento alla Regione Trentino Alto Adige. Lo stabilisce l’art. 132 della Costituzione Italiana” come ha detto Daniele Trabucco, docente di giurisprudenza dell’Università di Padova, che sarà presente anche all’incontro del 13 aprile all’ex municipio di Taibon Agordino.
E’ stata ribadita l’importanza di raggiungere il quorum, considerato che numerosi cittadini sono iscritti all’AIRE (Anagrafe italiani residenti all’estero), in quanto residenti all’estero.
Uno degli scopi del Referendum è quello di far arrivare la voce dei cittadini direttamente in Regione e a Roma, come un chiaro e forte segnale di disagio di chi vive in luoghi in cui non vengono attuate politiche per la montagna.
Nello Statuto Veneto l’articolo 15 afferma che la Regione Veneto conferisce alla Provincia autonomia amministrativa, regolamentare e finanziaria, ma di fatto queste autonomie non sono ancora state trasferite pur essendo nei poteri della Regione. Recentemente dalla Regione è stato detto che la specificità non può essere applicata perché non si sa a chi affidarla, visto che manca l’Ente Provincia. E dunque sarebbe un azzardo trasferire le competenze ad un ente il cui futuro è incerto. Considerato anche che da un anno e mezzo circa la Provincia è commissariata.
Inoltre questo Referendum permette di portare avanti un percorso di collaborazione con una Regione la cui gestione del territorio si è rivelata molte volte vincente. Si prospetta la possibilità di inserimento nel progetto di costituzione di una nuova area alpina, la Regione Dolomiti prevista nella Convenzione delle Alpi. Questa è stata approvata dall’Unione Europea nel 1992 e poi ratificata dall’Italia e stabilisce che i territori montani siano suddivisi in macro aree secondo analogie di caratteristiche, costumi, tradizioni, lingue minoritarie.
L’ultimo incontro aperto alla popolazione si terrà sabato 13 marzo alle 17 presso l’Ex municipio di Taibon con la partecipazione di Daniele Trabucco.