Il Consiglio comunale di Belluno ha approvato un ordine del giorno che dà mandato al sindaco Massaro di trattare con la Regione per costruire un percorso che porti all’Uls unica. Ma il consigliere regionale del Pdl Dario Bond non ci sta.
“Non si salva la sanità bellunese unificando le due Uls. – afferma Bond – Per questo trovo sorprendente l’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale di Belluno e le parole della consigliera Maria Cristina Zoleo che mi critica perché troppo fermo nel difendere l’Uls 2. ”
“Il bellunocentrismo non fa bene a nessuno, a cominciare dalle strutture più periferiche, come Pieve e Agordo – continua Bond -. Penso poi sia sbagliato anche tatticamente fare questa mossa prima che la Regione approvi le schede ospedaliere e territoriali. E’ un segnale di debolezza, una guerra di campanili che non ha senso”.
“I consiglieri comunali di Belluno devono argomentare meglio: ho quasi l’impressione che si ragioni in termini più teorici che pratici, secondo il principio “vita mea, mors tua”, principio che valeva nella giungla ma non in un territorio che ha una sua specifica rete ospedaliera rispettosa delle realtà di valle, struttura che peraltro è stato riconosciuta con apposito emendamento anche nel nuovo piano socio-sanitario”, prosegue il capogruppo del Pdl.
“Voglio tranquillizzare i signori consiglieri, autori di questa fuga in avanti, dicendo loro che l’Uls di Feltre ha delle caratteristiche che ne fanno un unicum a livello regionale: il Santa Maria del Prato è stato riconosciuto come struttura di rango interregionale perchè assiste un’intera valle trentina – il Primiero – diverse realtà della Valsugana e dell’Alto Trevigano. Questo significa che Belluno non ha nulla da temere: entrambe le Uls hanno una loro specificità. Non capisco perchè si vogliono mettere in discussione degli assetti che hanno dimostrato di funzionare e che hanno una vita separata”.
Insomma, siamo alle solite, tutti d’accordo sulle semplificazioni ed i risparmi di gestione, ma quando vanno a toccare il proprio cortile scatta la sindrome Nimby, acronimo anglosassone Not in my back yard, ossia fate pure ma “Non nel mio cortile”.