Si dice semplificazione, ma in pratica è una “complicazione bella e buona”. “Siamo di fronte a un nuovo caso di mala burocrazia – spiega il presidente di Confartigianato Alimentazione, il bellunese Giacomo Deon – che questa volta tocca la categoria che presiedo a livello nazionale”.
La questione interessa la formazione del personale adibito alla produzione, somministrazione e commercializzazione di alimenti, per la quale il Ministero della Salute sta per emanare uno specifico provvedimento, che andrebbe ad azzerare la semplificazione, adottata solo due mesi fa dalla Regione Veneto, accogliendo le istanze della categoria.
Con la delibera del 28 dicembre scorso, infatti, il Veneto ha previsto che la formazione degli addetti alla produzione, somministrazione e commercializzazione di alimenti sia assolta seguendo un percorso formativo da completare attraverso una delle seguenti modalità: formazione frontale, seminari, autoformazione aziendale, formazione a distanza; mentre nel caso di avvio di impresa o di nuovo rapporto di lavoro le misure di formazione/informazione sono assolte con la presa visione di un decalogo contenente le “Norme di comportamento per una corretta preparazione/manipolazione sicura degli alimenti”. L’attestazione ha validità 3 anni dalla data di rilascio e deve essere rinnovata in una qualsiasi delle opzioni sopra indicate.
“Con tale provvedimento – precisa il presidente Deon – si sono, di fatto, semplificate le procedure precedentemente in vigore. Ebbene questo sforzo rischia di essere vanificato dal regola-mento ministeriale che imporrebbe una formazione di ben 8 ore per ciascun operatore anche se impiegato saltuariamente in azienda, da ripetersi ogni tre anni, con procedure complesse”.
Per le aziende del comparto alimentare esistono già molti adempimenti da assolvere a cominciare dai piani HACCP. “E’ per questo – conclude il presidente di Confartigianato Alimentazione, Giacomo Deon – che non possiamo leggere l’ultima decisione del Ministero della Salute se non come un ulteriore balzello. Nemmeno in occasione di una crisi profonda, come l’attuale, vuole esserci il riconoscimento di un’attenzione verso gli imprenditori già sotto sforzo per essere competitivi”. “Provvedimenti quale questo regolamento, insomma, non devono più esistere”, è il commento laconico di Deon.