Il laboratorio è intensivo: ha una durata di 8 ore, così suddivise:
Giovedì 13 dicembre – dalle 19.00 alle 22.00 – Feltre c/o Istituto Canossiano;
Venerdì 14 dicembre – dalle 19.00 alle 22.00 – Feltre c/o Istituto Canossiano;
Sabato 15 dicembre – dalle 16.00 alle 18.00 – Feltre c/o Istituto Canossiano.
COSTI
Il contributo richiesto è di 50 euro a partecipante, da versarsi in un’unica soluzione il giorno del primo incontro.
PRENOTAZIONI
Iscrizioni via email a: tinnifoli@gmail.com e richieste di informazioni telefoniche allo 329.3676945
Le iscrizioni verranno accettate solo via email
Verranno accettate le prime 16 prenotazioni
DAL CORO AL BRANCO LE TRASFORMAZIONI DEL CORPO SCENICO FRA TRAGEDIA E OPERA BUFFONESCA
Il percorso proposto prevede l’esplorazione di due diversi territori drammaturgici, la tragedia e l’opera buffonesca, attraverso gli strumenti scenici che ne costituiscono il cuore pulsante: da una parte, il coro tragico; dall’altra, il branco buffonesco. La scoperta della pluralità e del gruppo scenico come ricchezza interpretativa e strumento drammaturgico sarà pertanto la direzione principale cui ci orienteremo: Lecoq parlava di scoperta del legame, un legame che si poggia sul respiro, l’ascolto, la fiducia.
Entrambi i territori drammaturgici esplorano il grande tema del rapporto con il divino: la tragedia è l’eterno interrogativo rivolto agli dei, la resa esplicita del nodo che lega immanenza e trascendenza – e il coro ne è l’elemento cardine – ; il Buffone, di contro, nega la trascendenza, o meglio la sovverte, accogliendola in sé, poiché vaticina e predice. Non solo: rivela crudamente all’uomo le sue nefande, insospettabili debolezze.
Il regno del Buffone è un regno quanto mai misterioso, ambiguo, attraente. Il Buffone non crede in nulla e ride di tutto: è un emarginato, un cacciato dalla società, ed in questo trova la sua forza, per questo è indispensabile proprio a quella società che lo fugge. Il Buffone è l’anima nera di ogni essere umano; ha i suoi dei all’inferno, al nadir. E questo suo essere fuori dalla società civile eppure dentro l’animo umano gli consente di denunciare l’assurdità spesso dilagante della dimensione sociale, attraverso la parodia, il contrappunto satirico, la deformazione corporea, e la dissoluzione/sublimazione nel branco, il vero e proprio motore dei suoi impulsi.
Nella tragedia vi è invece limpidezza – non nei temi o nei contenuti, ma nella qualità della presenza scenica –: è l’espressione della meraviglia umana di fronte al cosmo. Per questo l’uomo si rivolge agli dei: e, nell’epoca in cui gli dei non esistono più, ecco comparire i Buffoni.
La ricerca che condurremo insieme attraverserà:
– la scoperta del legame con l’altro: esercizi di ascolto, fiducia, giochi di ritmo
– la tragedia: vettori fisici – tensione verso il divino e composizione del coro: agire tutti
insieme, con lo stesso respiro
– il buffone: dal coro al branco; la deformazione, la parodia, il contrappunto.
DOCENTI
Il laboratorio è tenuto dalla Compagnia Valdrada di ROMA (tutta la compagnia ad eccezione delle ore del sabato, condotte dalla regista Chiara Becchimanzi)
DETTAGLI OPERATIVI DEL LABORATORIO
• E’ richiesto un abbigliamento comodo.
• Presentarsi, salvo comunicazioni, alle ore 18,30 di Giovedì 13 dicembre c/o Istituto Canossiano per l’espletamento degli adempimenti “burocratici” (pagamento…)
• All’atto dell’iscrizione, indicare: nome, cognome, età, città di residenza, e (importante) la propria esperienza in campo teatrale, in modo da garantire un’opportuna taratura del corso.
• Si deve imparare il seguente testo (solo a memoria, senza “interpretazione”)
Faustus,
solo un’ora ti resta,
e poi la dannazione, per sempre.
Fermatevi, eterne sfere del cielo!
Che il tempo finisca, e mezzanotte non venga!
Natura, apri ancora gli occhi lieti per me, e fai un giorno eterno…
Oppure fai di un’ora un anno, un mese, una settimana, un giorno!
Dona a Faustus il pentimento, e alla sua anima la salvezza.
O lente, lente currite, noctis equi!
Ma le stelle si muovono, il tempo corre, quell’ora presto suonerà, verrà il demonio, e Faust sarà
dannato.
Montagne e rocce, venite, venite, piombatemi sul capo, nascondetemi!
Terra, apriti! Oh no, non mi darà riparo!
Ah, mezz’ora è passata! E passerà tutta, ben presto!
Maledetti coloro che mi fecero!
No, Faust, tu devi maledir te stesso!
[Suona la Mezzanotte]
Oh, suona! Suona! Corpo, ora dissolviti in aria, o vivo ti trarrà in inferno Lucifero!
E tu cangiati in minute gocciole, anima mia, e giù precipita nell’oceano, che mai non ti si trovi!
Serpenti e vipere, lasciate ch’io respiri ancora un poco almeno!
Io brucerò i miei libri!