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Comunità montane: dovevano morire, cambieranno solo nome. Approvata in Regione la legge sulle Unioni montane. Bond: “non saranno carrozzoni”

E’ stata approvata in Consiglio regionale a Venezia la legge sulle Unioni montane che vede tra i primi firmatari, oltre al presidente della I Commissione Costantino Toniolo (Pdl) e al suo vice Piero Ruzzante (Pd), il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale Dario Bond accanto ai consiglieri bellunesi Sergio Reolon e Matteo Toscani.

“Ci eravamo impegnati a trovare una soluzione in tempi rapidi e così è stato. Non potevamo disperdere un patrimonio come quello delle Comunità montane soprattutto in un momento in cui le genti di montagna chiedono maggiore autonomia e possibilità di autogoverno”, afferma Bond.

La norma approvata questa sera va a integrare la nuova legge regionale sui servizi associati approvata in Consiglio il 27 aprile scorso, norma che – in ossequio alla disciplina nazionale – ha fissato al 31 dicembre 2012 la fine delle Comunità montane.

“Con questa legge abbiamo ritagliato addosso alla montagna e sulle sue innegabili esigenze un vestito nuovo e al passo con i tempi”, rimarca Bond, che a fine maggio si era confrontati sul tema in un incontro pubblico a Puos d’Alpago (Belluno) accanto al collega Reolon. “Si trattava di trovare una sintesi tra la disciplina delle Comunità montane e gli obblighi introdotti dalla legge sull’esigenza di associare servizi e funzioni dei comuni. La proposta della giunta avanzata la scorsa primavera era irricevibile e in parte contrastava con l’articolo 15 del nuovo Statuto regionale, nella parte in cui parlava della specificità del Bellunese”.

L’Unione dei Comuni montani quindi avrà una duplice valenza: da un lato rispettare le prescrizioni legislative nazionali, dall’altro preservare il patrimonio di esperienze e professionalità cresciuto all’ombra delle Comunità montane. “Questo significa che non ci sarà nessuna ripercussione né sul piano occupazionale né su quello dell’erogazione dei servizi ai comuni associati e ai cittadini”, prosegue Bond.

Stando alla normativa, le Unioni dei comuni montani succederanno in tutti i rapporti giuridici attivi e passivi della corrispondente Comunità montana: “Ripeto che non si tratta di un salvataggio tout court. Le nuove Unioni dei Comuni infatti potranno – se lo riterranno opportuno – modificare i propri confini a patto che la popolazione di ogni Unione montana non risulti inferiore ai 5 mila abitanti”.

Bond detta una prima tabella di marcia: “La giunta regionale avrà sessanta giorni per deliberare sulle modalità e sui tempi di attuazione della legge, coinvolgendo innanzitutto i consigli comunali. Adesso la palla passa alla giunta. Il Consiglio ha fatto la sua parte dimostrando ancora una volta come la montagna possa contare sulla massima attenzione. Qua non parliamo di carrozzoni ma di enti che hanno dimostrato di funzionare praticamente a costo zero”.

 

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