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Rincari di materie prime, carburanti e accise: allarme dell’UAPI di Belluno. Il costo di trasporto in un anno variato a Belluno del 5,5%

Luigi Curto

Sulle speranze di ripresa economica dei piccoli imprenditori incombe il rialzo dei prezzi delle materie prime. “Non si tratta  di quisquiglie – precisa il presidente dell’Unione Artigiani e Piccola Industria di Belluno, Luigi Curto – ma di cifre che fanno allarmano e ne sono interessati tanto i beni non alimentari quanto quelli alimentari”. Dati dell’Ufficio studi di Confartigianato calcolano un rincaro medio in Italia del 33% nel periodo gennaio 2010-gennaio 2011. Tra i beni non alimentari, quelli a registrare il maggior aumento sono:  il cotone (+147 %), la gomma (+91,3) e lo stagno (+65,5). “Si tratta dunque di un’impennata – denuncia il presidente Curto – che può provocare un effetto dirompente sui costi sopportati dalle imprese manifatturiere italiane per l’acquisto di beni necessari alla produzione”. A livello nazionale la stima dell’impatto supera i 155 miliardi di euro in un anno. Le regione in cui risulta maggiore tale ripercussione sulle imprese è la Lombardia (+14,1% di maggior spesa per materie prime sul Pil della regione), ma il Veneto è a ridosso (+ 12,8%). Quanto ai settori, il crescendo vorticoso dei prezzi tocca principalmente la metallurgia e l’alimentare, con rincari medi delle materie prime rispettivamente del 37,1% e del 39,3%. “La fiammata dei prezzi sta mettendo a dura prova gli imprenditori artigiani – afferma Luigi Curto – costretti a comprimere i margini di guadagno, se non ad annullarli o, nel peggiore dei casi, costringendo a lavorare in perdita a seguito dei continui rincari che si susseguono tra il momento dell’acquisizione delle commesse e la consegna del prodotto finito”. A questo quadro già critico sono venute ad aggiungersi nelle ultime settimane, a seguito delle turbolenze dei Paesi nord africani del bacino del Mediterraneo, le tensioni sui mercati energetici, che hanno provocato pressioni rilevanti sui prezzi al consumo dei beni energetici. “Principalmente interessate a questa situazione sono le aziende dell’autotrasporto  – denuncia il presidente di UAPI –I numeri parlano da soli: tra gennaio 2009 e gennaio 2011 il gasolio per autotrazione è aumentato del 51,5%”.  E a Belluno il caro trasporti a Belluno si fa sentire davvero parecchio: Belluno è 13^ nella speciale classifica, che misura i prezzi dei trasporti sul territorio italiano nazionale, con una variazione tra gennaio 2011e gennaio 2010 pari a +5,5%. In testa alla stessa classifica si trova Verbania con un + 9,2%; meno cara di tutti: Palermo con un +1,1%.
Ora si parla anche di 1 centesimo di accisa per litro in più da destinare al Fondo per lo spettacolo. “Senz’altro anche le professioni intellettuali devono avere spazio e gli Enti dello spettacolo devono avere dignità di azione – conclude il presidente Curto – ma certo quest’ultima mossa del Governo e del ministro Tremonti sembra più una manovra per creare conflitti tra cittadini e imprese piuttosto che testimoniare la convinzione di un effettivo sostegno al mondo dello spettacolo”. C’è , infine, una valutazione tecnica da tener presente sul costo del carburante. “I committenti, infatti, devono garantire all’autotrasportatore almeno la copertura dei costi minimi – spiega il presidente degli Autotrasportatori, Franco Zampieri – se anche le tariffe di trasporto non aumentano, il meccanismo previsto dalla legge impone che sia il committente ad accollarsi la differenza fra il corrispettivo pattuito e il costo minimo. Se già oggi viaggiamo al limite, è evidente che questi incrementi dovranno riversarsi sui committenti, con un ulteriore dannosa spinta inflazionistica.”

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