“Grazie alla Lega Nord si era modificata la norma sui criteri di distribuzione delle risorse, scegliendo di non distribuire più i soldi in base alla popolazione ma solo in base alla montanità dei comuni e quindi agli effetti del criterio solo quelli con territorio al 75% sopra i 600 metri”. E’ quanto scrive in una nota la segreteria provinciale della lega Nord di Belluno.
“Successivamente – prosegue il comunicato – la Corte costituzionale ha stabilito che un criterio altimetrico rigido è illegittimo, anche a seguito di alcuni ricorsi presentati da alcune regioni del sud, sappiamo inoltre che la corte costituzionale è un organo romano dove la politica, specialmente quella più leghista, non è sicuramente vista di buon occhio.
Detto ciò la norma che era stata cambiata per poter garantire più equità nella ripartizione e tutelare le realtà del nord è stata cancellata e di fatto ripristinata la vecchia legge e quindi quella del 1992. Questo ha comportato che, anche a seguito di una modifica voluta fortemente dalla Lega, i classici organi romanocentrici possano letteralmente cestinare il lavoro fatto dai nostri parlamentari. Questo ha determinato la forte differenza di ripartizione che tutti conosciamo, dando al Veneto solo il 2,6% delle risorse contro il 28,97 della Campania. Ecco perchè è giusto continuare a ragionare su una nuova ottica federalista – conclude la nota – dove ognuno si tenga i soldi a casa propria senza aspettare che sia Roma a ridistribuire sul territorio le risorse rischiando che lo stesso sistema centralista bocci i buoni intenti di un Governo”. Un ragionamento ineccepibile, peccato che provenga da un partito che da quasi vent’anni fa parte della maggioranza di governo. E dunque la spiegazione fornita diventa solo il solito scarica barile di chi governa e addossa le responsabilità ad altri.