
«Hai rotto gli equilibri. Sarai messo a tacere» firmato da una croce con la sigla “8888”. E’ la minaccia recapitata in una busta al domicilio del presidente della Provincia Gianpaolo Bottacin nello scorso novembre, poi consegnata per competenza alle Forze dell’ordine dallo stesso Bottacin. Una minaccia, della cui potenzialità neppure il presidente crede molto, dal momento che ha dichiarato che continua a dormire sonni tranquilli. «Certo, se non fai niente non ti minaccia nessuno. Se ti presti ai giochi di potere, sicuramente nessuno ti manderà una lettera anonima invitandoti a tacere». Dichiara oggi il presidente Bottacin, che ha provveduto a regolamentare l’accesso a Palazzo Piloni. «Chiedere un pass all’ingresso non è certo “blindare” un palazzo – ha spiegato Bottacin – . Si tratta di semplici procedure, necessarie anche per le norme anti-incendio, che qualcuno dovrebbe pure conoscere bene. Al di là di tutto, comunque, mi sarei aspettato un messaggio solidarietà per le minacce ricevute, non ulteriori attacchi». « Non mi stupisce leggere che qualcuno, prima di me, non ha mai ricevuto minacce – ha continuato il presidente – . Certe lettere ti arrivano solo se hai il coraggio di cambiare le cose e ti impegni per raggiungere questo obiettivo. Se ti pieghi ai meccanismi di potere, senza disturbare nessuno, tutto fila liscio. Potrei anche io passare i miei giorni in chiacchiere, convegni, riunioni ad uso e consumo dei media e pubblicità, ma preferisco lavorare». « Non di meno, ricordo che il tema della sicurezza è centrale nella compagine politica a cui appartengo – ha continuato Bottacin – . Sarebbe paradossale adoperarsi affinché i cittadini siano sicuri nelle loro abitazioni e non tutelare chi lavora con me, nel mio stesso posto di lavoro. È dello scorso anno un tentativo di furto, proprio all’interno di Palazzo Piloni…». «Non nutro alcun dubbio sul fatto che i Bellunesi siano gente perbene, che rispetta l’Istituzione e la sua sede – ha continuato Bottacin – . Ma a Palazzo Piloni, ora che è fuori dall’isolamento voluto in passato, arrivano anche persone da fuori provincia. E, in ogni caso, c’è sempre il rischio dell’improvvisata di qualche soggetto “fuori controllo”. Ebbene, i o cerco di chiudere il recinto prima che le pecore scappino. Aspettare che accada il “fattaccio” per correre ai ripari è semplicemente da idioti: non appartiene al mio stile, semmai a quello di altri».