Anhe nel 2011 ci sarà lo sgravio del 55% delle spese per la riqualificazione energetica degli edifici. Pochi giorni fa è arrivato, infatti, il via libera definitivo da parte del Senato alla legge di stabilità, all’interno della quale era prevista la proroga dell’ecobonus. L’unica vera novità riguarda il tempo su potrà essere spalmato lo sgravio: 10 anni, come per il 36% sulle ristrutturazioni, anziché 5 com’era stato finora. “Fin dalla sua entrata in vigore nel 2007 – dice Walter Capraro, direttore dell’Unione Artigiani e Piccola Industria – lo sgravio si è dimostrato molto efficace: ha prodotto investimenti, ha fatto risparmiare i consumatori e lavorare le aziende. Senza questa opportunità imprese e cittadini avrebbero subito un danno grave: è grande, quindi, la nostra soddisfazione per aver ottenuto la reintroduzione della norma, inspiegabilmente cancellata dalla manovra presentata ad inizio novembre dal ministro Tremonti.” Secondo un recente rapporto di Confartigianato, la “economy” rappresenta uno dei fondamentali per la ripresa del settore edile: il ,2% delle di costruzione ritiene infatti prioritario operare in attività con prodotti e/o servizi a minore impatto ambientale. Già oggi le italiane con meno di 20 addetti attive nella della “casa sostenibile” sono .234.272 e danno lavoro a .903.828 addetti. E il trend provinciale non si discosta da questo andamento. nel 2011, dunque, saranno ammesse allo sgravio le spese sostenute per la riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento, quelle per il miglioramento termico dell’edificio (infissi, coibentazioni, pavimenti) e la sostituzione delle con nuovi modelli a condensazione o pompe di calore, nonchè quelle per l’installazione dei pannelli solari. Secondo il rapporto Confartigianato, nel biennio -2008 sono state presentate all’ENEA .800 richieste di agevolazione, per un degli interventi pari a .958 milioni. Il energetico ottenuto dagli interventi effettuati è stato di .961 Gwh. “Bene dunque che sia rimasta invariata la percentuale del 55% – conclude Capraro – che si temeva potesse essere ridotta. E bene che siano rimaste detraibili anche le spese per la sostituzione degli infissi, che in un primo momento erano sparite dall’elenco e che, soprattutto nella nostra provincia, sono le prime spese a cui si deve pensare per migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni. Va anche detto, però, che le imprese sono veramente stanche di questo modo schizofrenico di fare politica economica: con questi continui cambiamenti di rotta si toglie alle aziende ogni serenità e si deprime la loro voglia di fare e investire, alimentando un caos che fa male all’economia.”