Domani, martedì 14 dicembre, alle 9 il presidente della Provincia Gianpaolo Bottacin sarà in visita all’impianto del Maserot di Santa Giustina assieme a tutti gli assessori della Giunta. Ad accoglierli il presidente di Dolomiti Ambiente, Giuseppe De Biasi, accompagnato dallo staff dell’impianto. Una visita importante anche in vista della programmazione del 2011 e alla futura attivazione del biodigestore anaerobico che, grazie alla produzione di gas che alimenterà un generatore, trasformerà in energia elettrica la parte umida dei rifiuti. Alla base del buon funzionamento della macchina, però, resta di fondo il problema di una buona qualità dell’umido che viene conferito al Maserot. Una qualità che ad oggi pare essere molto bassa. Una cattiva separazione del secco dall’umido può creare grossi problemi nella gestione del rifiuto all’interno dell’impianto, fino al caso limite della settimana scorsa di una sbarra di ferro di un trattore finita inspiegabilmente nella frazione umida che ha causato la rottura del miscelatore, una macchina particolare. Apparecchio aggiustato, ma con un danno di almeno seimila euro. Evitabile, se i cittadini migliorassero il lavoro di separazione dei rifiuti. Di qui l’importanza della visita dell’Amministrazione Provinciale all’impianto gestito da Dolomiti Ambiente. “Faremo vedere al presidente e alla giunta la complessità dell’impianto ma anche le sue potenzialità e i limiti oggi dettati da una raccolta che va sicuramente migliorata – spiega il
presidente De Biasi – Purtroppo oggi al Maserot arriva troppo materiale anomalo. La raccolta va migliorata e si potrebbe fare molto meglio se la provincia di Belluno non fosse caratterizzata da una moltitudine di conferitori (bacini) ognuno dei quali con regole diverse. Gli enti locali devono far capire ai cittadini che ogni rifiuto ha una sua destinazione. Siamo che la Provincia ci aiuterà a far arrivare questo messaggio agli amministratori locali che stanno gestendo le varie campagne informative sulla raccolta dei rifiuti e sull’importanza della differenziata. Alcune zone stanno facendo un ottimo lavoro, come la Comunità montana Feltrina che ha avuto un miglioramento deciso ed enorme, nella zona Longarone-Zoldano ci sono stati piccoli miglioramenti, ma si può fare meglio, bene nel Centro Cadore. Ma le indagini merceologiche che facciamo nei rifiuti mensilmente ci dicono che c’è ancora molto lavoro da fare per arrivare ad una buona separazione tra secco e umido”.