I piccoli miglioramenti relativi all’informazione dei giornali, apportati al DDL sulle intercettazioni, sembrano essere uno specchietto per le allodole. Tra l’altro, la norma che impone al blogger di ospitare l’obbligo di rettifica, senza possibilità di replica entro 48 ore, per voci “critiche “ o “disobbedienti” e quella relativa all’aumento delle spese postali per centinaia di giornali, che mette a rischio l’informazione locale e più di 3000 posti di lavoro, rimangono inalterate. Ma il punto di gran lunga più importante per Berlusconi ed il suo governo è quello di limitare l’azione investigativa dei magistrati. A conferma il cambiamento approvato nella commissione Giustizia della Camera dei Deputati la scorsa settimana, che prevede che per i reati di corruzione, concussione, peculato, truffa, bancarotta, usura, si potranno disporre intercettazioni telefoniche solo se ci sono i “gravi indizi di reato”. Per mettere sotto controllo i telefoni degli adepti al gruppo, non basteranno i “sufficienti indizi di reato”, come per la mafia e il terrorismo, ma ci vorranno i “gravi indizi”. Di fatto le intercettazioni servono proprio per individuare i “gravi indizi di reato”! Tanto per fare un esempio a caso, con la norma approvata in commissione, non si sarebbero mai potute disporre le intercettazioni telefoniche contro i membri della cosiddetta “P3”. Questa scelta è causata dalla cancellazione dell’art. 13 della legge Falcone del 1991, cioè di una norma che estende i poteri di indagine sui reati di mafia, anche a tutti quei reati che sono più spesso collegati alla mafia stessa e che sono quelli sopra elencati. Questa norma strategica, per cui ogni associazione criminale, sia essa mafiosa o non mafiosa, italiana o straniera, può essere investigata con una corsia straordinaria e senza lacciuoli, è stata, eliminata. Il Pd si è opposto alla soppressione di questa norma, ma la maggioranza ha tirato dritto. Un altro strumento di contrasto alle intercettazioni privilegiato dal disegno di legge è quello di sottrarre al Gip del tribunale locale il potere di autorizzarle, per trasferirlo a un collegio di tre giudici del tribunale del capoluogo distrettuale. Secondo la maggior parte dei magistrati, compreso il Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, questa norma comporterà “enormi difficoltà organizzative”, con un’ulteriore caduta di efficienza e dilatazione dei tempi della macchina della giustizia. Inoltre è stato inferto un altro grave colpo alla segretezza delle indagini, con una norma che obbliga il Pm a depositare le intercettazioni fatte se vuole chiedere una perquisizione, una ispezione o un sequestro. Di norma perquisizioni, ispezioni e sequestri vengono utilizzati come verifica e ricerca di “prove” rispetto alle intercettazioni. Anche questa possibilità d’ora in poi è negata. Qualcuno ci dice che le intercettazioni sono costose. Ma come si può affermare una cosa del genere? E’ come paragonare il costo di una macchina automatica al lavoro dell’uomo. Come si può credere che l’utilizzo di apparecchi automatici sia più costoso rispetto al dispiegamento di uomini a qualsiasi ora del giorno e della notte per pedinare personaggi potenzialmente pericolosi a prescindere dai rischi del pedinamento stesso (che non è cosa da poco)?
Francesco Masut
Circolo PD di Cavarzano