Il condono fiscale e penale premia gli evasori, tassando con l’aliquota del 5% e con la garanzia dell’ anonimato i capitali portati all’estero e alimenta traffici mafiosi, condonando gravi reati del codice civile e tributario (falso in bilancio, dichiarazione fraudolenta, infedele dichiarazione, distruzione documenti contabili) ed anche il riciclaggio di denaro sporco. Il “processo breve” non rimuove nessuna causa che determina la lunghezza dei processi, ma pone solo dei limiti temporali, favorendo l’estinzione della pena per numerosi reati, anche per gravissimi reati di mafia (il processo Spartacus, sarebbe saltato per decorrenza dei tempi) e determina la chiusura senza sentenza di tutti i processi per reati commessi prima del maggio 2006 e puniti con pena fino ai 10 anni di reclusione, che non siano arrivati a conclusione del primo grado. Il “legittimo impedimento” è di fatto una legittima latitanza per tutti i ministri che hanno processi in corso. La limitazione delle intercettazioni telefoniche favorirà la criminalità e comporterà minor sicurezza per i cittadini onesti che non hanno nulla da nascondere. Non saremo mai venuti a conoscenza degli scandali della protezione civile, se fosse stata in vigore la nuova legge: essa presuppone che la magistratura possa procedere alla intercettazione solo se dispone di elementi di colpevolezza: cioè se ha già le prove della colpevolezza!!!!. (Condizione che rende inutili le intercettazioni, ci sono già le prove!!!). La tentata privatizzazione della protezione civile (bloccata solo dall’azione della magistratura attraverso lo strumento delle intercettazioni), avrebbe consegnato la gestione di fiumi di denaro a consigli d’amministrazione, senza nessun tipo di controllo da parte dei territori (e la Lega non ha detto nulla), costituendo così un naturale terreno di coltura per corruzione e per l’invadenza della criminalità organizzata e avrebbe regalato l’immunità per i dirigenti della protezione civile fino al 31 gennaio 2011, per i quali si sarebbero sospesi i procedimenti in corso e si sarebbe vietato iniziare nuove azioni giudiziarie. La sovranità popolare viene indicata dalla maggioranza come una sovranità che permette al premier di fare qualsiasi cosa. E’ sempre di più una sovranità, a cui in pubblico e nei discorsi seduttori la si sopraesalta, ma di fatto, in sostanza, la si viola delegittimando le sue rappresentanze elettive (in Parlamento, 30 volte voto di fiducia in 23 mesi), tentando sempre più di comprimere l’indipendenza dell’ordine giudiziario, moltiplicando indebite pressioni sulla Corte Costituzionale e sul presidente della Repubblica e cercando con ostinazione di ridurre la libertà della Magistraura della Repubblica. Ad una democrazia parlamentare, con le sue procedure di confronto e le inevitabili mediazioni, si prospetta una democrazia populista, inevitabilmente influenzata da grandi campagne mediatiche che fanno appello non alla razionalità e alla responsabilità, ma a impulsi emotivi che ridurranno il consenso del popolo sovrano ad un mero applauso al “Sovrano del popolo” e contribuiranno a creare sempre maggiore odio e divisione tra i cittadini, istituzioni e zone del paese. Siamo nelle mani di un trasformista, capace di individuare il male principale della democrazia in Italia non nel marciume, ma nel dito che lo indica. Egli toglierà i corrotti dalla vita pubblica, non perché essi pagheranno la giusta pena, ma perché vuole trasformare il servizio della giustizia in un’opera al suo stesso servizio. Cari cittadini, mentre chiediamo la vostra partecipazione per il rinnovamento, non dimentichiamo che leggi e riforme sbagliate, soprattutto nell’ambito della giustizia, le pagheremo tutti noi, non i potenti di turno: loro, oltre a tutti i privilegi di cui già godono, ne avranno uno in più, l’impunità. Perchè va ricordato che il rispetto delle norme tutela TUTTI e soprattutto i più deboli; il fatto che un soggetto oggi si trovi sulla sponda dei più forti non impedisce che un domani possa ritrovarsi tra i più deboli e venire sopraffatto. Il rispetto delle leggi e la presenza di uno Stato che si adoperi affinchè le stesse siano osservate da tutti è condizione necessaria alla Democrazia, che non esiste se non viene strettamente abbinata alla Giustizia.
Circolo PD del Centro Storico